
La Coca Cola come la Volkswagen trucca i dati sugli scarichi industriali inquinanti. Accade in Cina, dove un dirigente di uno stabilimento di imbottigliamento è stato arrestato dalla polizia con l’accusa di aver manomesso i sistemi di controllo sulle emissioni tossiche. Un’accusa pesantissima per la multinazionale delle bollicine più note al mondo, che per il momento tace. Scandalo ai veleni tossici di portata internazionale?
Per ora la vicenda sembra essere circoscritta a quell’unica fabbrica, colpevole di aver sversato agenti inquinanti attraverso le acque reflue nei terreni e nei torrenti circostanti. Non si hanno notizie di casi simili in altre zone del mondo. Anche se la scoperta potrebbe aprire la strada ai controlli su altri stabilimenti Coca Cola. Perché come insegna l’inattesa vicenda della tedesca Volkswagen – diversa per numeri ed estensione -, non sorprenderebbe se il modello truffaldino parlasse presto, oltre al cinese, anche altre lingue.
Di certo la risposta dell’ufficio di protezione ambientale di Lanzohu – provincia nord occidentale del Gansu – non si è fatta attendere. Nero su bianco i funzionari cinesi accusano CoFCo Coca-Cola Beverage Co Ltd di aver manomesso i sistemi di controllo alterando i modelli di campionatura dei suoi scarichi industriali. L’impianto è sito in una delle aree più povere della Cina, dove anche i salari sono da fame. È qui che la joint venture tra la cinese CoFCo Corp e l’americana Coca Cola si sarebbe macchiata di crimini contro l’ambiente.
La denuncia, stando al racconto dell’agenzia di stampa Reuters, è scaturita da un’indagine interna che aveva rilevato irregolarità alle apparecchiature di monitoraggio da cui provenivano i dati falsificati. Poi, pochi giorni fa, la diffusione della notizia sui media locali dell’arresto di uno dei dirigenti dello stabilimento Coca Cola.
Per decenni la Cina ha lasciato che le multinazionali del Pianeta inquinassero liberamente l’aria, le acque e i terreni. I crimini contro l’ambiente sono diventati insopportabili per la maggioranza dei cinesi, che dimostrano un’insofferenza crescente nei confronti dei politici locali e nazionali troppo condiscendenti. Tanto che Pechino ha recentemente varato nuove leggi sul clima, più restrittive. Facciata o un vero passo in avanti? L’uno e l’altro secondo scienziati ed esperti, preoccupati della lentezza con cui la Cina (così come gli Stati Uniti) si avvia verso un vero cambiamento.