
Il Presidente della Camera, Laura Boldrini, ha invitato a Montecitorio un imam che professa la necessaria distruzione di Israele, giustifica gli attacchi suicidi dei terroristi palestinesi, rifiuta il dialogo con il cristianesimo. Poi la Boldrini ha detto che l’incontro non ci sarà perché è stato l’imam (non la Boldrini) ad annunciare che non si sarebbe recato alla Camera.
Non si capisce la posizione del presidente della Camera: sa che l’islam radicale è visceralmente antisemita [non solo anti Israeliano e anti Netanyahu, Ndr], sa -o dovrebbe sapere- che pochi giorni prima un imam di Gaza ha sollevato un coltello durante il suo sermone e ha invitato i fedeli a seguire l’esempio di Khaybar, quando Maometto nel 627 d.c. partecipò personalmente allo sgozzamento di ottocenti ebrei.
Oggi l’imam Tayyeb spiega che le operazioni di martirio in cui i palestinesi si fanno esplodere sono permesse al cento per cento dalla legge islamica. Il Bastian si chiede e chiede: ma non sarebbe il caso che la Boldrini si informasse sulla storia, invece di fingere di fare politica estera da presidente della Camera?
Ma è proprio la politica estera, spesso e purtroppo volentieri, che fa inciampare i leader più focosi. Beppe Grillo, pochi giorni fa a Imola, ha “dato la linea” al M5S: basta alleanza con gli Usa, “se fossi al governo tratterei con i russi e i cinesi, perché gli americani sono dalla parte sbagliata della storia”. Sarebbe opportuno che qualcuno informi Grillo di alcuni fatti.
In Cina la Borsa di Shanghai è crollata, da 11 mesi import ed export sono in calo e l’industria manifatturiera è ai minimi dal 2009.
Il Brasile è in una crisi paurosa, con il Pil sceso in un anno da 2300 a 1800 miliardi di dollari, le condizioni allo stremo di una città come Sao Paulo (25 milioni di abitanti).
La Russia chiuderà il 2015 con una contrazione del 3,8%, il Sudafrica cade dell’1,4% nel 2015, migliaia di metalmeccanici sudafricani il 14 ottobre hanno occupato le strade di Johannesburg per protestare contro la corruzione del governo.
Ma Grillo guarda solo in Europa, e aggiunge: Bruxelles, Berlino e Francoforte sono ormai nudi. Non va dimenticato che la politica estera del M5S è ancorata decisamente a destra: con l’Ukip di Nigel Farage, un antisemita polacco, un francese dell’ex Fronte Nazionale, i due del partito xenofobo svedese eletti al parlamento europeo. Il sospetto è lecito: ma Grillo (e il M5S con lui) quando guarda all’estero, oltre che all’Italia, sa di che parla? O mente sapendo di mentire?