Vaticano versus Francia
E’ da gennaio che la questione dell’ambasciatore francese presso la Santa Sede é aperta, fra sospetti e polemiche.
Il motivo non detto, ma noto, é l’omosessualitá dichiarata del diplomatico, la cui professionalitá e integritá personale non sono peraltro in discussione. L’alto funzionario ha servito con onore sia Sarkozy, sia l’attuale presidente Hollande, il quale, naturalmente, non ha nessuna intenzione di accettare il niet del Vaticano.
Un vero peccato, per diversi motivi.
Prima di tutto, in un momento così difficile per l’Europa e per il Mondo, non é proprio il caso che Franca e Santa Sede abbiano motivi di frizione.
Poi c’é l’immagine di papa Francesco, autentico leader e grande speranza anche per chi non é cristiano, capace di una coraggiosa opera di pulizia morale nella stessa chiesa. Allontanare e punire i pedofili é un atto straordinario dopo anni di polvere sotto il tappeto.
Così come sono coraggiose le aperture nei confronti dei divorziati, della famiglia e della sessualità.
Che significa allora questa chiusura nei confronti di un diplomatico che per ruolo e posizione non farebbe certo outing nelle strade di Roma. Accettare le credenziali di un ambasciatore significa rinnovare il rapporto diplomatico fra Paesi e Stati. Non è necessario e non implica riconoscere altro che questo.
Se poi ci sono retropensieri e male lingue é un altro discorso.
Papa Francesco é comunque un essere umano. Può sbagliare anche lui.