Massimo Nava editorialista del Corriere sulla strage ad Ankara e sul linciaggio di Marino

L’attentato ad Ankara ha provocato la consueta dietrologia: a chi giova? Di chi é la mano assassina?

Le risposte possibili sono abbastanza ovvie e una non esclude automaticamente le altre, poiché la galassia del terrore, di qualsiasi matrice, ci ha abituato a giochi sporchi e complicitá inimmaginabili fra gruppi, servizi segreti e persino Stati.

Dunque si parla dell’estremismo curdo, che il presidente turco Erdogan considera alla stregua dei terroristi, dei terroristi dell’Isis (Daech), di oscure manovre dei servizi segreti turchi in vista delle elezioni del primo novembre, cioé il piú classico degli autogol per alimentare la tensione interna e uscirne piú forti.

Tutto verosimile e tutto possibile, per questo come per tanti altri attentati che si ripetono ogni giorno, dentro e fuori il Medio Oriente, e che non fanno nemmeno piú notizia. Ma il punto piú interessante e preoccupante é la dimensione sempre piú ampia e incontrollabile dei conflitti in Medio Oriente, di cui la Turchia rischia di diventare, dopo la Siria, il prossimo terreno di scontro aperto, il cosiddetto “ventre molle” : invasa da milioni di profughi (un fenomeno di per sé destabilizzante), in piena involuzione autoritaria, alle prese con un conflitto sanguinoso e storico con la minoranza interna curda, infiltrata da terroristi che ha anche colpevolmente lasciato passare sul proprio territorio, costretta a difendere con le armi i propri confini incerti e tenuta a lungo nell’anticamera dell’Europa, oggi con vaghe prospettive di entrarci.

E’ questo il nostro bastione Nato a Oriente? E’ questo il nostro punto di forza, assieme alla povera Grecia?

Mentre gli Stati Uniti non sanno bene quale nemico scegliere e di quale amico fidarsi, israeliani e palestini hanno scelto di tornare a combattersi, ammesso che abbiano davvero mai smesso. Così il conflitto in Palestina diventa ancora una volta lo specchio deformato dei conflitti politici, strategici e religiosi piú ampi in tutta l’aerea. Il dramma é oggi, soltanto Russia e Iran sanno bene che cosa fare. Non é un dato confortante. Piangeremo altre vittime, attendiamoci nuove invasioni.

ankara bandiere

 

Anche Claudio Magris denuncia disgustato il linciaggio mediatico di Ignazio Marino.

Sará stato inadeguato come sindaco e indifendibile per troppe disinvolture e leggerezze, ma questo non giustifica il linciaggio nei confronti di un uomo che si é battuto contro le mafie, la corruzione, le incrostazioni della precedente gestione neofascista di Alemanno, i riti della vecchia politica, il clericalismo sui matrimoni omosessuali, gli sprechi della municipalitá. Adesso gli danno addosso tutti. Il PD che vorrebbe addirittura fare dimenticare in fretta l’appartenenza di Marino all’area politica. Il Vaticano ed é facile intuire perché. E tutto il mondo politico in generale, opinionisti in servizio permanente compresi.

Non sará che liquidando Marino sia la vecchia politica a tornare in campo?

Allora meglio davvero un candidato di 5 Stelle, però circondato da venti guardie del corpo, con Jeep Blindata, da venti avvocati e commercialisti estratti a sorte e sostituiti ogni tre mesi, da amministratori volontari che rinunciano a gettoni e con tetto di compensi, da ambasciatori in pensione che gratis tengano rapporti con il mondo, con la cultura, con il Vaticano e con il prefetto Gabrielli.

Nel frattempo i cittadini romani dovrebbero autodenunciarsi se sporcano per terra, se non buttano la munnezza negli appositi contenitori, se parcheggiano in tripla fila, se occupano case abusive, se hanno appartamenti in comodato d’uso non corrispondenti al loro reddito, se prendono lo stipendio da imprese pubbliche senza lavorare o assentandosi senza essere malati, se hanno permessi di vario tipo senza averne diritto, se…..conoscono qualcuno in comune che può fare qualche cosa per loro o per i loro parenti.

Tutti gli altri possono votare chi vogliono, ma forse potevano stare bene anche con Marino.

 

 

 

Nava stilizzata

Massimo Nava è nato a Milano e vive a Parigi.

Dal 2001 è corrispondente ed editorialista per il Corriere della Sera, dopo essere stato per molti anni inviato speciale e corrispondente di guerra, dall’Asia all’Africa, dai Balcani all’ultimo conflitto in Irak.

Fra i suoi reportage più importanti, la caduta del Muro di Berlino, la riunificazione tedesca, la guerra nella ex Jugoslavia, il genocidio in Ruanda, i massacri di Timor Est, la guerra civile in Somalia, il conflitto in Irak.

Ha scritto anche importanti inchieste sulla società italiana, il terrorismo degli anni di piombo, i problemi del Mezzogiorno.

 

Ha pubblicato “Germania Germania” (Mondadori, 1990), il primo libro sulla caduta del Muro di Berlino, “Carovane d’Europa” (Rizzoli, 1992) sulle immigrazioni e la rinascita dei nazionalismi, “Kosovo c’ero anch’io” (Rizzoli, 1999) diario della guerra in Kosovo, “Milosevic, la tragedia di un popolo” (Rizzoli, 2000) biografia non autorizzata del presidente serbo, “Imputato Milosevic” (Fazi, 2002), saggio critico sul processo al Tribunale internazionale dell’Aja, “Vittime, storie di guerra sul fronte della pace”, (Fazi 2005). Nel 2006 ha pubblicato per Einaudi, “Sarkozy l’uomo di ferro”, ritratto personale e politico del presidente francese. Il volume è stato pubblicato con successo anche in Francia. Da “Vittime” è stato tratto lo spettacolo teatrale “Mir Mir”, in scena a Parigi. Nel 2009 ha pubblicato il suo primo romanzo, “La gloria è il sole dei morti” (Ponte alle Grazie). Con il poeta libanese Adonis è autore di “Polvere di Baghdad”, dramma teatrale per la regia di Maurizio Scaparro, andato in scena in diversi teatri italiani e interpretato da Massimo Ranieri e Eleonora Abbagnato. Nel 2010 ha pubblicato per Rizzoli “Il garibaldino che fece il Corriere della Sera”, romanzo storico sulla vita di Eugenio Torelli Viollier, fondatore del Corriere. Nel 2014 ha pubblicato “Infinito amore”, la passione segreta di Napoleone, romanzo Mondadori. Nel 2015 Gobetti, una storia d’amore e sacrificio, Bompiani per le scuole.

 

Ed è collaudato amico balcanico di Ennio Remondino e lettore attento di RemoContro. 

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