
I veleni da inquinamento ammazzano più di malaria e Aids messi insieme, ma anche più di tutte le guerre in corso sul nostro pianeta. A confermare quello che si sapeva già è un recente studio condotto da un pool di scienziati internazionali, ora pubblicato su Nature. I numeri fanno paura. I casi di decessi prematuri a causa dell’aria avvelenata per gli scarichi industriali e le emissioni di CO2 sono oltre 3 milioni e 300 mila.
Ma il macabro balletto dei numeri parla di cifre ancora peggiori se ad uccidere sono vecchie stufe alimentate a carbone. Una strage da 3 milioni e 500 mila persone nei Paesi poveri o in via di sviluppo. In particolare la Cina – 1 milione e 400 mila morti l’anno –; un terzo a livello globale. Altri 645 mila toccano all’India. In entrambi i casi la signora della morte si presenta sotto la forma di combustibili fossili per stufe o da generatori diesel per illuminare le case.
Quasi tre volte la somma tra le morti causate da Aids – 1,7 milioni nel 2011 – e quelli per malaria (660 mila nel 2010), secondo fonti Onu. Tuttavia a dare il loro pesante contributo sono anche Europa e Stati Uniti, rilevano i ricercatori, secondo i quali il principale motivo di morte sono le emissioni agricole. Dagli allevamenti di bovini, polli, maiali e dall’eccessivo uso di fertilizzanti dipendono un quinto di tutti i decessi a livello globale. Ne è sicuro il professor Jos Lelieveld (a capo della ricerca) del Max Palnck Institute for Chemistry in Germania.
Una tendenza destinata a crescere fino a raddoppiare entro il 2050, avvertono gli scienziati. Un campanello d’allarme per le agenzie di salute pubblica del mondo? Politica e industria sembrano in gran parte sordi al problema. Eppure i costi sociali di ictus, infarti, malattie respiratorie o cancro ai polmoni sono altissimi. Ridurre il tasso di mortalità del 50% e le patologie da inquinamento è l’unica strada percorribile. Come? Passando immediatamente alle fonti di energia rinnovabile (più pulite), secondo Kandeh K. Yumkella, ex direttore generale delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale.