
Le nozze con la morte
L’ultima notizia dallo Yemen registrata sulla distratta stampa occidentale, racconta di bombe della coalizione araba a guida saudita che hanno colpito i partecipanti a una cerimonia nuziale. Almeno 130 civili uccisi, tra questi molte donne e bambini.
Secondo i dati Onu, sono 2.355 i civili uccisi in Yemen dal 26 marzo scorso, da quando sono iniziati i raid aerei della coalizione militare a guida saudita per fermare l’avanzata dei miliziani sciiti houthi.
L’Alto commissariato per i diritti umani delle Nazioni Unite indica come responsabili delle morti civili sia la coalizione a guida saudita e a sostegno del governo yemenita, sia i miliziani sciiti houthi e le forze rimaste fedeli al deposto presidente Ali Abdullah Saleh.
Le vittime
L’Unicef ha più volte lanciato l’allarme contando ogni giorno la morte di otto bambini. In tutto il Paese, quasi 10 milioni di bimbi hanno bisogno di assistenza umanitaria urgente, mentre il numero di piccoli reclutati o impiegati in guerra è salito a 377, più del doppio rispetto ai 156 del 2014. E il rapporto Unicef afferma che il conflitto avrà conseguenze terrificanti per il futuro dei piccoli yemeniti.
Un intervento militare che sta conducendo ad una catastrofe umanitaria con oltre un milione di sfollati e 21 milioni di persone che necessitano di urgenti aiuti.
Crimini contro l’umanità
Human Right Watch ha definito i bombardamenti aerei sauditi, “possibili crimini di guerra” e ha chiesto al Consiglio per i diritti umani dell’Onu di inviare una commissione d’inchiesta. Anche Amnesty International ha condannato i bombardamenti aerei sauditi sottolineando che la coalizione non ha fatto nulla per evitare attacchi indiscriminati su aree densamente popolate.
Bombe Made in Italy
Inchieste giornalistiche scoprono il probabile utilizzo da parte dell’Arabia Saudita di bombe prodotte ed esportate dall’Italia dalla Rwm Italia.
Il giornalista irlandese Malachy Browne, di Reported.ly, ha ricostruito, sulla base di documenti sottratti da un gruppo di hacker, la spedizione di componenti di bombe dall’Italia agli Emirati Arabi Uniti, paese che fa parte della coalizione militare intervenuta in Yemen.
Componenti di bombe MK 82 e MK84 spediti lo scorso 2 maggio da Genova con la nave Jolly Cobalto negli Emirati dalla Rwm Italia S.p.A., azienda del gruppo tedesco Rheinmetall con sede a Ghedi in provincia di Brescia e stabilimento a Domusnovas in Sardegna.
‘E non si tratta della prima spedizione dall’Italia di queste bombe’, afferma Giorgio Beretta, dell’osservatorio permanente sulle armi leggere.
LE TAPPE DEL MASSACRO
Settembre 2014. Scontenti della situazione nel paese dopo la rivoluzione del 2011, gli houthi entrano nella capitale Sanaa. Sono originari del nord dello Yemen e professano lo zaidismo, una variante dell’islam sciita.
Gennaio 2015. Gli houthi rovesciano il governo del presidente Abd Rabbo Mansur Hadi.
Marzo. Sostenuti dalle truppe dell’ex presidente Ali Abdullah Saleh, lanciano un’operazione per conquistare il sud del paese. I combattimenti si concentrano ad Aden e a Taiz. Hadi scappa in Arabia Saudita.
Contro gli houthi si schierano milizie sunnite, clan tribali e l’esercito fedele al governo di Hadi, sunnita.
20 marzo. Il gruppo Stato islamico attacca due moschee a Sanaa, uccidendo 137 persone.
26 marzo. La coalizione guidata dall’Arabia Saudita dà il via a una campagna militare contro gli houthi.
Metà aprile. Approfittando del caos Al Qaeda nella penisola araba, che si oppone sia agli houthi sia alle forze governative, conquista la città di Al Mukalla e s’impone nella regione di Hadramaut.
17 luglio. Le truppe fedeli al presidente Hadi annunciano di avere ripreso il controllo
di Aden.
13 settembre. Il governo yemenita si ritira dai colloqui di pace promossi dalle Nazioni Unite e lancia un’offensiva per riconquistare la provincia di Marib e da lì Sanaa.
Secondo l’Onu, il conlitto nello Yemen ha provocato 4.500 vittime, mentre 1,4 milioni di persone sono state costrette ad abbandonare le loro case.
22 settembre. Il presidente Abd Rabbo Mansur Hadi torna ad Aden.