
Il viaggio del Papa negli Usa si colora di nero petrolio. Quello estratto dalle viscere dei terreni di proprietà della Chiesa americana. Le autorità cattoliche locali fanno affari d’oro con le lobby del fossile, investendo milioni nel fracking e affittando terreni alle compagnie di estrazione di idrocarburi. La notizia è stata diffusa dall’agenzia di stampa americana Reuters, che ha scoperto come diverse diocesi ingrassano le proprie tasche firmando accordi con le società di trivellazione di petrolio e gas.
Niente di illecito, si capisce. Ma come la mettiamo con gli imperativi morali? A giugno Papa Francesco aveva esortato il mondo ad abbandonare gradualmente i combustibili fossili per dare un deciso contributo alla lotta contro i cambiamenti climatici. Eppure l’Arcivescovo di Oklahoma City ha chiuso tre nuovi contratti anche dopo la pubblicazione dell’enciclica del Papa, dove vengono condannate le speculazioni a danno dell’ambiente. Il più recente – secondo i documenti scoperti dalla Reuters – porta la data del 3 settembre.
L’arcidiocesi concede alla privata Comanches Resources Company di sfruttare i 160 mila acri della County of Major, in cambio del 18,75% del valore di petrolio e gas prodotti. Una buona percentuale, visto che secondo il sito Rinnovabili.it gli utili in genere si aggirano tra il 15 e il 25%. E di contratti le autorità cattoliche del Texas e dell’Oklahoma ne hanno firmati ben 235 dal 2010 ad oggi. Coprendo 56 contee attraverso i due stati. Non è ancora chiaro, scrive la Reuters, se tutta la produzione ecclesiastica avviene attraverso fracking o con metodi più convenzionali di perforazione.
Il metodo cambia poco la sostanza della questione. Anche se il fracking – un processo che comporta una brutale iniezione di sabbia, acqua e prodotti chimici nel sottosuolo per frantumare le rocce – è considerato pericoloso da molti scienziati che lo legano allo scatenarsi di violenti terremoti. Solo in Oklahoma se ne sono registrati 585. Alcuni dei quali hanno superato la magnitudo 5.0 della scala Richter. E secondo i ricercatori nel 2015 probabilmente le scosse arriveranno a oltre 900.
Ma nonostante le moratorie votate in questi mesi i governatori del Texas e dell’Oklahoma hanno annullato il voto referendario, riabilitando di fatto questa tecnica dannosa. Evidentemente le convincenti prospettive di guadagno riescono a dirimere ogni dubbio morale, fino a mettere a rischio la sicurezza delle persone e dell’ambiente circostante. Secondo la Reuters la chiesa americana avrebbe investito diversi milioni di dollari nel settore energetico, comprese le compagnie del fracking e quelle che estraggono le sabbie bituminose, il combustibile più sporco del mondo.