
La Russia ha proposto colloqui a livello di vertici militari con gli Stati Uniti per affrontare insieme la crisi siriana. Lo fa sapere il segretario di Stato americano John Kerry dopo il colloquio con il suo omologo russo Sergei Lavrov. Secondo Kerry, “I russi hanno proposto di avere conversazioni bilaterali a livello militare per discutere cosa si possa fare precisamente per attenuare il conflitto e per chiarire in modo completo le prospettive e le intenzioni”.
Kerry aveva telefonato al ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, per cercare di chiarire l’intento militare di Mosca in Siria. Sostenere il presidente Bashar al-Assad rischia di aggravare il conflitto, è la posizione americana. Gli Stati Uniti accoglierebbero con favore un ruolo costruttivo della Russia negli sforzi contro l’Is, nella Coalizione a 60, di cui non potrà mai far parte Assad. Se la Russia è concentrata solo sul gruppo Stato Islamico “rimane un potenziale partner nello spingere per una transizione politica in Siria”.
Assad si sente rafforzato in questa nuova fase, e ha ribadito in un’intervista a media russi che lascerà il suo ruolo, “solo su richiesta del popolo, non per decisione degli Stati Uniti, del Consiglio di sicurezza dell’Onu, della Conferenza di Ginevra o del comunicato di Ginevra”. Assad ha poi accusato l’Occidente e la Turchia di rifornire i qaedisti di Jabhat al-Nusra e i terroristi dell’Is che combattono in Siria di armi, soldi e volontari.
Sul fronte internazionale, preoccupazioni israeliane per gli armamenti russi in Siria. Netanyahu sarà lunedì in Russia per discutere dell’argomento con Putin. I timori per l’arrivo in Siria di di armi sofisticate, parte delle quali finiscono agli Hezbollah ed altri gruppi che Tel Aviv definisce terroristi. Intanto, secondo il Comitato antiterrorismo russo, sarebbero tra 800 e 1.500 i russi che combattono in Siria nell’Isis, e più di 170 russi sono morti combattendo al fianco dei terroristi.