
Giappone nuove navi nuove spie. Cominciamo con le navi da guerra che non sai più come chiamare perché ormai sono un po’ di tutto. Tokyo ha varato la sua seconda ‘portaeromobili’, definizione furba tra la classica portaerei di un tempo e le portaelicotteri che vanno di moda oggi, anche se in realtà -dicono- si tratta di un cacciatorpediniere porta-elicotteri. Nave versatile che prende il nome di una delle portaerei che fu nell’attacco a Pear Harbour il 7 dicembre 1941: Kaga. Scelta forse discutibile quel nome: si litiga con la storia, ma preoccupa soprattutto il futuro di un Giappone che riarma.
Intanto il premier Abe sta per dare il via a un servizio di spionaggio esterno completamente nuovo che si ispira al modello del servizio segreto britannico. Ragione evocata, le crescenti tensioni con la Cina nel Pacifico. Intelligence esterna, che vuol dire capacità offensive rivolte all’estero. Un’altra forma di riarmo, forzando gradualmente la Costituzione imposta a Tokyo dagli americani nel 1947. Americani che adesso sostengono le forzature di Abe in chiave anti cinese. Per il 2015, con un più 2% rispetto all’anno precedente il governo ha messo a bilancio 36 miliardi di euro per le spese militari.
Ma restiamo alla Rivoluzione delle spie visto che per il momento a Tokyo si parla di ‘forze di difesa nazionali’, garbo orientale in un vera e propria e costosa corsa al riarmo. Servizi segreti spezzettati in 5 agenzie. Defence Intelligence Headquarter (Dih), dati e intercettazioni. La Koanchosacho o Public Security Intelligence Agency (Psia), controspionaggio, antiterrorismo e polizia interna. Una National Police Agency (Npa), che si occupa di anticrimine. E una Intelligence Analysis Service, del ministero esteri che raccoglie ed elabora i dati delle altre agenzie. Un ‘servizio’ per ministero.
Burocrazia di coordinamento, come il nostro DIS (l’ex Cesis), Naikaku Joho Chosashitsu (Naicho), che teoricamente dovrebbe collegare le altre quattro agenzie. Sarà quella struttura burocratica a venire rovesciata, facendola diventare -sembra di capire- una vera struttura d’intelligence estera in grado di migliorare il rapporto tra governo e servizi segreti altri quando incrociano segni di minacce esterne. Qualcosa dell’MI6 britannico e del SIS australiano, che hanno fattivamente contribuito con la propria consulenza e supervisione alla creazione del nuovo servizio esterno di Tokyo. Vedremo.