
Ezio Gallori, 77 anni, toscano di Terranuova Bracciolini, ancora nel 1990 era iscritto alla Cgil che però lo espulse per aver fondato il Comu (coordinamento dei macchinisti uniti), nonostante fosse iscritto alla Cgil ferrovieri da quando era ancora praticamente un ragazzino. Sempre tosto, sempre onesto. Non ha voluto accedere alle “facilitazioni” sindacali per aumentare la pensione. “Dopo 40 anni a fare su e giù sulle locomotive prendo 1756 euro al mese. Ma va bene così”. Alla domanda: ma perché ci sono meccanismi che consentono di prendere un assegno più alto? Risponde secco: “Perché negli anni il sindacato è diventato non dico una casta ma una professione. Stipendi da paperoni e pensioni ingrassate”. Il Bastian ha conosciuto il Gallori quando, tra un turno e l’altro di passaggio a Firenze, andava alla comunità parrocchiale dell’Isolotto (quella poi processata e assolta in tribunale), faceva domande, “non sono qui per portare solidarietà, ma per capire perché questi cristiani per me sono compagni, anche se io non credo in Dio”. Il Bastian era contrario a queste battute di un caro amico. Ma aveva ragione lui.
Luigi Chiatti – il cosiddetto “mostro di Foligno” – durante il processo per l’omicidi di Simone Allegretti e Lorenzo Paolucci
Luigi Chiatti ha 47 anni. Nella cronaca nera era diventato “il mostro di Foligno”, condannato a due ergastoli per aver assassinato Simone Allegretti (di 4 anni) e Lorenzo Paolucci (tredicenne). La follia criminale di Chiatti si era consumata del giro di un anno, dall’ottobre 1992 all’ottobre 1993. La prima vittima era stato Simone, trovato seviziato e morto in una buca dopo che Chiatti aveva lasciato lì vicino questo biglietto: “Sono il mostro. Attenzione. Il corpo privo di vita di Simone, nudo e senza orologino, lo troverete tra Scopoli e Casale. Colpirò ancora”. Un anno dopo, il 7 ottobre, viene trovato il cadavere di Lorenzo Paolucci, 13 anni. Ora il cosiddetto mostro di Foligno è stato scarcerato e affidato a una residenza per l’esecuzione di misure di sicurezza a Capoterra, 30 km da Cagliari, in una comunità terapeutica con quattro psichiatri, cinque operatori sociosanitari, dieci infermieri, vetri blindati ma nessuna guardia carceraria. Il Bastian è decisamente contrario, anche per un motivo non “trascurabile”: Chiatti non si è mai pentito.
“Operazione trasparenza”, così l’Inps chiama l’inchiesta che finora ha riguardato magistrati, poliziotti, militari, dirigenti, preti e altre categorie. Adesso tocca ai sindacalisti: che godono di regole più favorevoli rispetto alla generalità dei lavoratori, e arrivano anche a un + 37% per i sindacalisti del settore pubblico. Sono un’altra casta? Fausto Scandola, iscritto alla Cisl dal 1968 (ma ora espulso) aveva chiesto alla Cisl come mai dirigenti (con nome e cognome) sommando lo stipendio da sindacalista e altre entrate per incarichi coperti grazie al proprio ruolo arrivano a sfiorare i 300mila euro lordi di reddito annuo: cioè più del Presidente della Repubblica, più del massimo consentito per legge a qualsiasi dirigente pubblico. E soprattutto 15 volte di più rispetto al reddito medio degli italiani. Il Bastian è curioso di leggere quale risposta daranno i sindacati.