
«McDonald’s non ha vocazione a nutrire tutti gli affamati del territorio! Ogni mancamento alla suddetta procedura comporterà una sanzione che può spingersi fino al licenziamento». Più chiaro di così… È la sinistra circolare appesa alle pareti di una filiale dell’azienda a Hyères, in Francia. La più grande multinazionale dell’hamburger non dà da mangiare ai clochard che si affacciano alle sue porte, dunque. Politica aziendale o penoso incidente di mezza estate in Costa Azzurra? Eppure la Francia ha da poco approvato una legge contro gli sprechi alimentari.
Il fatto è accaduto pochi giorni fa nel sud del Paese. La triste comunicazione è comparsa il 25 luglio, ma la notizia è diventata virale solo dopo. Un cliente ha scattato una fotografia, inviandola immediatamente al magazine 60 Millions de consommateurs, una sorta di Altroconsumo d’Oltralpe. Il direttore del giornale l’ha poi pubblicata su Twitter, dove l’immagine ha riscontrato un immediato e largo interesse. Ed ecco che subito è montata la polemica contro la maggiore catena di fast food al mondo, che si è poi giustificata. Vedremo più avanti in che modo.
Protagonista è un dipendente di McDonald’s reo di aver donato il proprio panino – in pausa pranzo – ad un senza tetto fuori dal locale. Il gesto di solidarietà ha invece scatenato le ire del direttore della filiale, che ha lanciato al giovane un primo furente ammonimento. Fino poi a schiaffare sulle pareti la controversa e chiacchierata circolare. «Il pranzo dei nostri dipendenti – ammonisce la nota – va consumato sul posto. È un beneficio di natura personale e può essere consumato solo dai dipendenti». Com’era prevedibile la circolare ha scatenato una valanga di proteste sul web.
McDonald’s Francia ha quindi rotto il riserbo entrando direttamente nella patetica faccenda, chiedendo scusa. L’iniziativa – scrive il colosso dell’hamburger – «non rientra in alcun modo» nelle politiche aziendali. Poi spiega che dopo un incidente che ha coinvolto due senza tetto il direttore del locale voleva solo tutelare i clienti e che il modo e la formulazione della direttiva erano inopportuni. E infine: «La nostra vocazione è servire tutti i clienti senza distinzioni». Curiosa giustificazione, visto che l’azienda parla di clienti e non di “affamati” che non possono comprare il panino.