Io non sono razzista, però…
La nera fabbrica dell’odio

I duri della destra che soffiano sul fuoco della paura e cercano l’incidente. Da un anno dietro ogni occasione di scontro trovi i loro caschi integrali a proteggere facce da segnaletica dietro la maschera di qualche ‘comitato di cittadini’: slogan classici, ‘Stop immigrati’, ‘Prima gli Italiani.

Loro, i violenti, ci sono, e noi ‘gente per bene’ pure ‘progressista’, dove eravamo?

Sulla paura dell’invasione ‘migranti’ c’è ancora un distinguo destra-sinistra?

Si chiede comprensione per le ragioni dei manifestanti di Casale San Nicola.

Perché sono capaci di ribellarsi solo contro gente più debole di loro?

Cosa c’è dietro tutto ciò?

 

La ‘Fabbrica dell’Odio’ si svela, si ufficializza e diventa pubblica esattamente un anno fa. Stessa torrida metà luglio, quando le teste evaporano, col corteo che attraversa il quartiere Esquilino, a Roma, dove CasaPound ha la sua sede. Una marcia con un generico ‘contro gli immigrati’. “L’Epifania dell’abbraccio tra i fascisti di Gianluca Iannone e la Lega Nord della coppia Borghezio-Salvini”, la definisce Carlo Bonini, di Repubblica. Dal febbraio scorso, il patto politico diventa organico con precise parole d’ordine: “Stop immigrati” e, “Prima gli Italiani”. Nasce allora il ‘Fascioleghismo’.

‘Per chi ama la Nazione e vuole sostenere le idee di Matteo Salvini’. Così si presentava ‘Sovranità’, creatura di Casa Pound presentata a Roma con l’europarlamentare leghista Borghezio. ‘Sovranità significa libertà di forgiare il proprio destino. La capacità di battere moneta (sovranità monetaria). La possibilità di fonti energetiche diversificate (sovranità energetica). La possibilità di potersi difendere (sovranità militare). La libertà di non avere zone di non diritto nelle città (sovranità territoriale). La capacità di decidere leggi, amici, nemici (sovranità politica)”. Linguaggio e contenuti rivelatori.

 

Fascioleghisti cop 00

 

Un’emanazione diretta di Casa Pound e un certo mondo della destra radicale, che ha scelto Salvini come ariete politico oltre i militanti neofascisti o postfascisti che dir si voglia. Di Stefano, vertice di Casa Pound: ‘cerchiamo di fare gli alfieri di un pensiero che è quello di Salvini. Siamo con Sovranità un contenitore deideologicizzato. Parliamo del presente e del futuro non del passato’. Ma il vizio del saluto romano li smaschera sempre. Il 28 febbraio a Roma in Piazza del Popolo esce fuori anche il vessillo ‘mimetico’: tre spighe di grano color oro su campo blu. Niente nero o verde esibiti.

Da quella nascita, ogni tensione che si è accesa Roma e non solo appare frutto di una pianificazione certosina. Le borgate dell’aerea metropolitana della catastrofica Capitale, ‘accompagnate’ alla rivolta contro i centri di accoglienza per immigrati. Prima fu la rivolta di Settecamini. Poi toccò a Torre Angela, Ponte di Nona, Corcolle, Tor Sapienza, Infernetto, Tor Pignattara. Stessa sequenza a Casale San Nicola, con i ‘Comitati di quartiere’ di cui CasaPound si fa voce e pensiero. Né di destra, né di sinistra’, ma in mezzo troverai sempre qualche vecchio arnese della ‘fascisteria romana’.

 

Casapound croce runica

 

Una fonte investigativa del Ros dei carabinieri racconta a Bonini: ‘La regia nella cosiddetta rivolta delle borgate contro i centri di assistenza agli immigrati ha un tratto evidente. Cercare l’incidente. Se necessario, provocarlo, certamente ingigantirne la portata’. Mantenere alta la tensione e sfruttare le paure. Dietro quei ‘Comitati di quartiere’ trovavi anche Alemanno, Gramazio, Tredicine, coinvolti tutti e tre dall’inchiesta ‘Mafia Capitale’, e con l’associazione mafiosa di Salvatore Buzzi e Massimo Carminati il cui core business -guarda caso- è proprio l’accoglienza dei migranti. E non né un caso.

Se le città, da Treviso e scendere, cominciano a bruciare di rivolte contro gli immigrati, esplode il mercato dell’accoglienza perché offre una soluzione a un’emergenza. E ci sarà sempre un Carminati vicino. Chi soffia sulla rivolta identitaria contro profughi e migranti, costringe sindaci e prefetti a un’affannosa e costosissima rincorsa a nuove sistemazioni per i migranti. Solo Roma ai romani? O Treviso ai trevigiani e così via? No, non solo. C’è sicuramente incertezza, paura dell’ignoto, poca conoscenza dei dati reali, ma c’è, strutturata e decisa, una organizzazione fascioghista eversiva.

 

castapound picchiatori 600

 

Nascosta dietro tante malizie e manipolazioni, resta sempre la cattiva coscienza della maggior parte di noi. Persone che si oppongono con metodi non esattamente pacifici all’arrivo di richiedenti asilo o con parole veementi nelle discussioni (è accaduto ed è verificabile nel dibattito sui post in questo stesso sito). Queste persone non vogliono essere considerate “razziste”. Falsa coscienza, ipocrisia o altro? In Italia esiste ancora una residua interdizione morale nei confronti di parole e comportamenti di discriminazione verso chi appartiene ad altre etnie, culture e religioni. Vero è che il razzismo si maschera.

‘Non sono razzista, però…’. In questa dichiarazione diffusa, la traccia di alibi sociale e di ipocrisia collettiva. Dai militanti di CasaPound e di Forza Nuova e nei discorsi di Matteo Salvini e dintorni. Una interessante considerazione di Luigi Manconi su Internazionale, legge l’alibi ‘non siano razzisti’ anche come ‘aiutateci a non diventare razzisti’. Da rifletterci sopra, visto che il peso della presenza straniera si scarica, quasi ovunque, sugli strati popolari della società, quelli che più patiscono la crisi economico-sociale e che vedono ridursi, giorno dopo giorno, le proprie risorse materiali e immateriali.

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