
Vecchi catorci atomici ucraini ormai in età da pensione vengono ristrutturati con i soldi dei cittadini europei. Il piano da 600 milioni di euro prevede di rifare il trucco a 15 reattori nucleari a rischio Chernobyl. Il programma è finanziato dalla Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Ebrd) e dalla Comunità europea per l’energia atomica (Euratom). L’idea è quella di ammodernare, allungandogli la vita, i reattori di fabbricazione sovietica che hanno superato – o stanno per passare – la data di scadenza. Progetto voluto dall’Europa anche se le barre di combustibile nucleare sono targate Usa.
La denuncia arriva da 26 parlamentari europei e una manciata di parlamentari italiani di diversi schieramenti politici (M5S, Socialdemocratici, Verdi, la Sinistra del Gue). I reattori sono stati progettati per durare circa 30 anni, dicono in un documento congiunto i firmatari. In questo modo, spiegano, si vuole prolungare l’attività di impianti vetusti – cugini non troppo lontani della disastrosa centrale di Chenrobyl – ancora per diverse decine di anni. I rischi di un incidente nucleare di proporzioni devastanti sono enormi. Impossibile limitare i danni di un eventuale incidente dentro i confini ucraini.
L’Europa intera ne sarebbe coinvolta. La soluzione per i parlamentari è chiudere i rubinetti finanziari. Almeno fino a quando non ci sia una seria valutazione di impatto ambientale. L’Ucraina ha già violato i requisiti della Convenzione Espoo nel caso dei due reattori Rivne 1 e Rivne 2. Lo dice il comitato di applicazione della convenzione. Ma a preoccupare non sono solo – si fa per dire – i rischi connessi all’ordinaria attività nucleare. L’Ucraina, infatti, è un Paese in guerra. E uno dei reattori – Zaporizhska, il più grande d’Europa – si trova a circa 260 chilometri dal fronte.
Un tiro di schioppo per l’eventuale “errore” di un missile poco intelligente. O un sabotaggio oppure un atto di terrorismo, avvertono i parlamentari nel documento indirizzato a Ebrd ed Euratom. E a difendere il nucleare ucraino, sperando di sottrarlo una volta per tutte a Mosca, c’è anche Washington. La statunitense Westinghouse Electric Company ha avviato da tempo una fitta relazione con Kiev. Tanto che sono in corso sperimentazioni per sostituire le barre di combustibile nucleare russe con quelle Usa. Durante le prove nel sito di Zaporishska c’è stato un incidente. Col reattore 3 del South Ukraine Power Plant per ora il combustibile americano pare invece funzionare.