
Quattro anni fa la Russia non era ancora il nemico da abbattere e l’Isis era ancora un’idea
1. Nemico necessario
Per il Pentagono, in questi ultimi quattro anni, le cose militari sono decisamente cambiate, e in peggio. Lo sostengono nel ‘The National Military Strategy’, il documento della strategia militare statunitense che ogni quattro anni si aggiorna. Cosa cambia dal 2011? «Il disordine nel mondo è considerevolmente accresciuto», sostiene il generale Dempsey capo di Stato maggiore della Difesa Usa. ‘L’America mantiene ancora la supremazia nel mondo’, sostiene il Pentagono, ‘ma altri paesi stanno investendo moltissimo nelle loro capacità militari’. Battere cassa preventivo col Congresso.
2. Stati Boy Scaut
Il documento è fotografia del sentire americano e una successione di affermazioni discutibili o azzardate. Il mondo per i militari stelle e strisce si divide sempre tra buoni e cattivi. I Buoni sono ovviamente gli Usa e gli Stati che da loro si fanno guidare. Gli Stati Boy Scaut ‘sostengono le Istituzioni internazionali, prevengono i conflitti, tutelano il rispetto della sovranità altrui e la promozione dei diritti umani’. I Cattivi sono invece gli Stati destabilizzatori ‘che vogliono ridisegnare gli aspetti fondamentali dell’ordine internazionale’, e soprattutto minacciare gli interessi Usa.
3. Podio dei cattivi
Chi sono questi altri Stati? Il documento non usa giri di parole. Primo nemico la Russia, definita ‘un paese che ha ripetutamente dimostrato di non rispettare la sovranità dei propri vicini nonché la volontà di usare la forza per raggiungere i suoi scopi. Azioni militari della Russia, direttamente o tramite forze contigue (i separatisti della Crimea e del Donbass, ndr) stanno minando la sicurezza regionale’. Quindi Putin peggio del Califfo. Ma non soltanto. Per il feroce tagliagole mediorientale neppure il podio tra i cattivi. Seconda posizione mantenuta dall’Iran e terzo il Kim nordcoreano.
4. Cattivi solo un po’
L’Iran, in via di redenzione con gli accordi sul nucleare, accostato alla Russia e ancora definito ‘Stato sponsor del terrorismo’. Come terzo paese è citata la Corea del Nord, ritenuta in grado di rappresentare una minaccia per i suoi vicini, specialmente la Corea del Sud ed il Giappone, ed in prospettiva per lo stesso territorio americano. Compare quindi, in una posizione leggermente più sfumata la Cina, le cui azioni stanno creando tensioni nell’ambito strategico Asia-Pacifico. Per nostra fortuna, considera il documento, nessuno di questi Cattivi sembra deciso a scatenare la guerra.
5. Povero Califfo
Soltanto dopo Russia, Iran, Corea e Cina, viene infine il turno di Al-Qaida e dell’Isis o Daesh o assimilati che il Pentagono ribattezza come ‘VEO’, Violent Extremist Organizations, ma su cui i vertici militari Usa non spendono troppi commenti. E gli Stati Uniti, in questo quadro strategico dicono di non potersi permettere il lusso dei occuparsi di una sola sfida a discapito delle altre. Anche se -ribadisce il Pentagono- prima vengono gli Stati ‘destabilizzatori’, dalla Russia alla Cina, e poi le organizzazioni VEO, con una gamma completa di opzioni militari davvero per tutti i gusti.
6. Guerra possibile
I militari Usa non soffrono di complessi. «The United States is the world’s strongest nation», e vogliono rimanere la nazione più potente del mondo. Come? Ormai non si tratta più di misurarsi con organizzazioni estremistiche ma con degli Stati. Ma un conflitto con gli Stati ‘destabilizzatori’ è un’ipotesi remota oppure concreta? «La probabilità del coinvolgimento degli USA in una guerra contro un’altra potenza è oggi considerata bassa, ma in crescita». E il Pentagono, pro domo sua, chiede di tutto e di più contro minacce da apocalisse, e ricompaiono le armi di distruzione di massa.
7. ‘Terza via’
Oltre ai due scenari contro gli ‘Stati destabilizzatori’ e le organizzazioni estremistiche il Pentagono ci propone anche un mix, i cosiddetti ‘conflitti ibridi’, in cui uno Stato agisce sotto ‘mentite spoglie’, per gli Usa i separatisti Ucraina, oppure l’Isis quando arruola gli orfani di Saddam. Nemici per tutti e di tutte le taglie. Come combatterli, o meglio ancora, come elaborare una ‘risposta’ che faccia prevalere gli interessi nazionali statunitensi? Tre passaggi in cui vengono delineati gli ‘Enduring National Interests’, gli interessi permanenti per la sicurezza nazionale ed il sistema economico.
8. Priorità. Loro
Siamo agli ‘Interessi della Sicurezza Nazionale’, che non sono soltanto le minacce di Putin o del Califfo ma anche la ‘sicurezza del sistema economico globale’. Quindi, per difende gli interessi di sicurezza ecco gli Obiettivi Militari Nazionali (National Military Objectives), così schematizzati: 1) Scoraggiare, contrastare e sconfiggere gli Stati avversari. 2) Disgregare, far arretrare e sconfiggere le organizzazioni VEO. 3) Rafforzare la rete globale di alleati e partner. Rete globale puntata verso l’oceano Pacifico e l’Asia’, teatri fondamentali, schierando e ‘mezzi più avanzati e le maggiori capacità’.
9. Europa ultima
Per il Teatro Europeo, la Nato come braccio armato e l’Operazione ‘Atlantic Resolve’, l’espansione ad Est, ‘per contrastare la recente aggressione russa’. Per il Medio Oriente, ancora prioritaria la sicurezza di Israele ed il suo livello qualitativo militare. Il documento conclude con l’obiettivo che i giovani americani siano ‘la forza meglio guidata ed equipaggiata al mondo’. Nel frattempo la Russia sempre come ‘aggressore’ o ‘Stato destabilizzatore’, addestra e riarma a sua volta. Su qualsiasi lato del nuovo fronte da guerra fredda, l’ipotesi di una guerra è ‘oggi considerata bassa, ma in crescita’.
10. Top secret
(Omissis)………………………………………………………………….