Sul nucleare iraniano
è la partita decisiva
tra tanti-troppi nemici

Nella regione il timore dell’atomica nelle mani di Teheran spaventa Israele e tutti i grandi rivali sunniti dell’Iran sciita, soprattutto l’Arabia saudita. Un accordo sul nucleare rigorosamente civile sarebbe il primo passo di una possibile riconciliazione tra l’Iran e gli Stati Uniti, dopo le tensioni diplomatiche degli ultimi 35 anni, e aprirebbe una prospettiva di cooperazione in importanti teatri di guerra come la Siria o l’Iraq. L’eventuale intesa avrebbe anche un impatto notevole sul mercato energetico mondiale, liberando le immense riserve iraniane di petrolio e gas naturale.

 

Ira, simbolo nucleare 800

 

Le posizioni sembrano comunque ancora distanti e il rischio di un fallimento è dietro l’angolo. Il 23 giugno la guida suprema Ali Khamenei ha tenuto a Teheran un discorso ufficiale in cui si è espresso criticamente sul negoziato. A complicare le cose ci si è messo anche il parlamento iraniano, che ha approvato una legge secondo cui l’eventuale accordo, dovrà essere approvato anche attraverso un passaggio parlamentare. Al di là dei punti critici, l’intesa riswulta molto complessa a livello tecnico. Esperti e diplomatici lavorano su un documenti di cui ciascun dettaglio è oggetto di trattative.

 

Nei colloqui di questi mesi, l’Iran ha comunque accordato alcune importanti concessioni che hanno portato a un’intesa preliminare all’inizio di aprile a Losanna. Teheran si è già impegnata a ridurre le sue capacità nucleari sbarazzandosi di un gran numero di centrifughe. I negoziatori hanno calcolato che una simile diminuzione sulle capacità di arricchimento porterebbe ad almeno un anno il periodo necessario a fabbricare l’atomica. Per accertarsene, i mediatori internazionali puntano a un regime serrato di ispezioni da parte dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, l’ Aiea.

 

Sul fronte iraniano la posta in gioco è chiara. Le sanzioni internazionali imposte alla repubblica islamica per impedirle di proseguire la sua corsa alla bomba atomica hanno colpito così duramente l’economia da impirre a Teheran la cancellazione a tutti i costi. La popolazione lo ha chiesto eleggendo il riformatore Hassan Rohani, il cui programma è: ‘negoziato immediato e compromesso al più presto possibile’. La teocrazia iraniana e Ali Khamenei sono altrettanto desiderosi di lasciarsi alle spalle le sanzioni. Un fallimento economico potrebbe innescare un fallimento politico.

 

iran trattativa Kerry

 

Per gli americani si tratta di mettere fine a 35 anni di conflitti con l’Iran, che era stato uno dei suoi alleati principali in Medio Oriente fino alla caduta dello scià. Ora l’appoggio di Teheran è diventato indispensabile. L’Iran sciita è il capofila di tutte le forze sciite della regione, da Hezbollah al regime siriano passando per la maggioranza sciita al potere in Iraq. Senza l’appoggio di Teheran sarebbe impossibile mettere fine al bagno di sangue siriano, sconfiggere i jihadisti dello Stato islamico e stabilizzare la regione prima che sprofondi in una folle e infinta guerra tra sciismo e sunnismo.

 

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