L’Onu, già diffidato dal governo ultranazionalista di Israele prima ancora della sua sentenza su Gaza e le accuse di crimini di guerra, emette una sentenza ‘salomonica’ che in realtà scontenta tutte le parti in conflitto e difficilmente produrrà ripensamenti. ‘L’ampiezza della devastazione e della sofferenza umana a Gaza è stata senza precedenti e avrà un impatto sulle generazioni future’, dice il giudice Mary McGowan Davis, capo della commissione d’inchiesta Onu sulla guerra del 2014. Poi, ‘Sono credibili le accuse di crimini di guerra commessi sia da Israele che da gruppi armati palestinesi’.
Solo nei dettagli qualche parola più incisiva: ‘Il fatto che Israele non rivide la pratica dei raid aerei, neanche dopo che i loro effetti sui civili divennero evidenti, solleva la questione se questa fosse parte di una politica più ampia approvata, almeno tacitamente, dai più alti livelli del governo israeliano’. E il governo di Tel Aviv, stesso Netanyahu presidente allora e oggi, manda ‘a quel Paese’ Onu e giudice. ‘Il Consiglio dei diritti dell’uomo di Ginevra soffre di una singolare ossessione per Israele’, sostiene lo stato ebraico rispetto al rapporto di Ginevra. Una contestazione sempre e comunque.
Secondo il governo israeliano, ‘Il mandato della commissione d’inchiesta presumeva la colpevolezza di Israele fin dall’inizio”. Il rapporto è ”motivato politicamente ed è moralmente imperfetto”. Per Israele il Rapporto ‘non fa differenze tra il comportamento morale tenuto dallo stato ebraico a Gaza e le organizzazioni terroristiche che ha avuto davanti’. Hamas chiede invece che l’Anp sottoponga il Rapporto Onu alla Corte penale internazionale. Per il portavoce di Hamas a Gaza viene confermato che ‘l’occupazione israeliana si è macchiata di crimini contro i civili’, come la scuola Unrwa con 17 uccisi.