
Foto i testi di Monica Mietirore, tratte dal web magazine www.travelglobe.it a cura di Federico Klausner.
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Foto 1 – Siliguri, West Bengal. Siliguri sorge sulle rive del fiume Mahananda e, nel tempo, si è trasformata da piccolo e sonnacchioso paese nella città più grande e dalla crescita più rapida del Bengala Occidentale, crocevia degli scambi tra Nepal, Bangladesh e Bhutan.
Foto 2 – In condizioni normali ci si arriva in un’ora di volo da Calcutta. Ma spesso, come è capitato a me, se ne impiegano ventiquattro. L’India, infatti, non smette mai di sorprendere e capita di dover cambiare mezzo di trasporto all’ultimo minuto, scegliendo un lento e pittoresco viaggio in treno per raggiungere la destinazione, invece di un veloce e confortevole volo.
Foto 3 – “Il tilaka che gli indiani hanno disegnato sulla fronte è un segno distintivo. Può indicare che una donna è coniugata, l’appartenenza a una tradizione religiosa o può essere usato dai pellegrini in visita a un tempio. Si crede che abbia una funzione curativa e protettiva dagli spiriti maligni. Per questo la pasta viene applicata in mezzo agli occhi, punto in cui si concentrano le energie spirituali.” Dal libro Sari, Samosa e Sutra di Federica Giuliani.
Foto 4 – Gli indiani non sono mai allegri: spesso sorridono, è vero, ma sono sorrisi di dolcezza, non di allegria (P.P. Pasolini, l’Odore dell’India).
Foto 5 – La posizione geografica e strategica di Siliguri ha favorito negli ultimi anni una forte crescita economica, con un conseguente incremento della popolazione, della disoccupazione e della povertà. Le baraccopoli sono un mondo a sé, dove le vite si incrociano e si manifestano in sorrisi.
Foto 6 – La vita scorre tra le capanne e le baracche composte da uniche grandi stanze, costruite con materiali di scarto come bambù e lamiera. Intrappolati nel circolo vizioso della povertà, qui vivono gli invisibili con una dignità che sorprende e commuove.