
Anni addietro ho frequentato a lungo la Polonia come Corrispondente Rai per l’Europa centro sud orientale, dalla Polonia alla Turchia, con qualche esagerazione geografica. Polonia, in quella fine anni ’90 e primi 2000 voleva dire soprattutto papa Wojtyla, che dovetti inseguire nelle sue delicate visite nei Balcani. Poi fu la lunga agonia dalla sua Cracovia a inseguire i molti ricordi che aveva lasciato dietro. Sempre in Polonia ho avuto la possibilità di intervistare l’ex generale Jaruzelski e il suo avversario e successore Lech Wałęsa. Tutti calibri pesanti nella storia. Nel 2005, la fase dell’alleggerimento, con la saga dei gemelli Kaczynski, che voi dovete leggere come Cacinschi. L’avvio della Polonia fobica ad est che ha favorito sino a ieri il pericoloso Asse Baltico sulla questione Ucraina.
Ho memoria di una splendida descrizione dei fratelli Kaczynski visti come incarnazione di tutte le vecchie paure della Polonia mescolate al dramma e alla commedia del potere. Qualcosa su la mamma e il gatto dei fratelli Kaczynski il cui ritratto risultava veritiero ma decisamente crudele, esattamente come lo erano i due gemelli: «bassi, grassi, ridicoli, rancorosi, che non sorridono mai, che si servono di insinuazioni, che sono antieuropei, antitedeschi, pieni di complessi, vanitosi, che non conoscono le lingue straniere, che sono vecchi scapoli, che a cinquant’anni passati dipendono ancora dalla mamma, che sono meschini, vigliacchi, che hanno un gatto, che non hanno un cane, che sono i peggiori politici nella storia della Polonia indipendente, che indubbiamente stanno portando il paese alla catastrofe».
In realtà, tutto questo per avere la scusa di proporvi un pezzo di 10 anni fa che scrissi da Varsavia sulla svolta a destra della Polonia dei due gemelli. Con tanta malizia a coprire la preoccupazione. Il recupero a Belgrado del vecchio film in cui i due gemelli adolescenti, furono protagonisti. ‘I due che rubarono la Luna’, era il titolo. Da grandi si sono conquistati la Polonia. Ovviamente il film era stato fatto scomparire in Polonia. Usai ripetutamente le immagini dei due dispettosi Gianburrasca baltici tra lo spasso dei tecnici della tv di Stato polacca dove andavo per inviare le immagini via satellite in Italia. Immagini subito ‘rubate’ dagli amici locali ma rimaste ufficialmente clandestine. Colpiscono le promesse elettorali di allora che ritornano oggi: diffidenza verso l’Europa troppo tedesca e amicizia totale verso gli Stati Uniti.
Anno 2005, vigilia delle elezioni presidenziali. La Polonia inventa la destra monozigota e va all’incasso gemellare. Si prende il governo del Paese e fra due settimane si prenderà anche la Presidenza della Repubblica. Tombola. Merito o colpa dei fratelli Kaczynski, due autentiche gocce d’acqua nella vita e in politica: conservatori, nazionalisti, demagoghi, populisti. Diverso fra loro hanno soltanto il nome di battesimo, le mogli, e le cravatte per aiutarci a distinguerli. Jaroslaw è l’attuale sindaco di Varsavia e da domani, pretendente alla poltrona di Premier in nome e per conto del partito “Diritto e giustizia”, una sorta di Democrazia cristiana di destra e di vecchia memoria che con i liberali si prepara a stravincere le elezioni. L’altro fratello (più vecchio di 45 minuti), Lech, è presidente del partito di famiglia ed è candidato alla Presidenza della Repubblica con buone probabilità di farcela.
Tra fantasia e incubo, la vera storia dei Gemelli della destra polacca assomiglia alla sceneggiatura di una favola disneyana. Un film che i due gemelli, da bimbetti, hanno fatto per davvero. Ne furono i protagonisti e si intitolava “I due che rubarono la luna”. Segno del destino. Ora, adulti, si accontentano di prendersi la Polonia. Curiosità mondiale questa Polonia, col “Gioco del Gemello” che sollecita curiosità e creatività in una fanta-politica planetaria da rivista satirica. Un George W che potrebbe nasconderci un George Y pronto all’uso, o un Silvio italiano con il suo Doppio pronto a concorrere nelle primarie per il candidato premier della Casa delle Libertà. Qui a Varsavia lo chiamano ormai il Gioco del Gemello, ma sono in molti a non ritenerlo divertente.
Le curiosità e le possibili doppie letture con l’Italia non si limitano alla fantasie-incubo. La destra che vince in Polonia, si divide fra liberali e populisti, pronta comunque a governare assieme su un compromesso da definire. Meno stato e meno tasse con aliquote eguali per ricchi e per poveri, proclamano i liberali duri e puri. I Gemelli che hanno nel frattempo incassato il sostegno della destra cattolica lefevriana e della potente Radio Maryja, garantiscono invece assistenzialismo nazionale a palate. Ruote di scorta delle due anime conservatrici presentabili, le formazioni estreme di “Autodifesa” e della “Lega” che qui non si occupa di geografia ma raduna le “Famiglie polacche”: anti europeisti, xenofobi e anti semiti per non guastare.
Ciò che stupisce nel voto polacco, l’annunciata sconfitta, anzi, l’evaporazione della sinistra sino a ieri al potere. Frantumata all’interno, la sinistra che ha portato la Polonia nell’Unione europea, rischia di non raggiungere oggi la soglia del 5 per cento e di rimanere esclusa dal Parlamento. Difficile comprendere cosa sia accaduto. Una Polonia disincantata, raccontano gli esperti, che partecipa al voto con meno della metà degli elettori, è una ragione che da sola non basta a spiegare la dimensione del fenomeno. Un governo di sinistra che per adeguare la Polonia agli standard europei spreme lacrime e sangue capitalistici alla popolazione, è un altro pezzo di ragione. Infine una tradizione politica imperscrutabile ma storicamente accertata. In Polonia chi governa, al giro elettorale successivo non soltanto viene sconfitto, ma praticamente scompare, salvo risorgere sotto diversa forma cinque anni dopo.