
La Regione Sicilia ha ottocentoottantasei (886) avvocati a busta paga. Ma la Regione non riesce a recuperare più del 2% delle tasse rastrellabili, in teoria, dalle cartelle esattoriali. La società “Riscossione”, fondata per riscuotere le tasse non pagate dai siciliani, è in mano per il 99,885% proprio alla Regione. “Riscossione” un anno fa ha accumulato perdite per 60 milioni, e continua ad andare così da anni, con un buco che aumenta di venti milioni ogni anno. C’è di tutto in quel bailamme, anche le notifiche per sanzioni del 1994 inviate a fine settembre 2002; le buste paga dei dipendenti di Riscossione assorbono il 98% (dicesi novantottopercento) del bilancio societario; gli affitti della società per le sedi in alcuni capoluoghi di provincia valgono 42mila euro al mese per la sede di Catania (destinate a salire a 76mila dal 2016 e nonostante la Regione possegga alcuni edifici vuoti proprio a Catania), 27mila al mese per quella di Siracusa, 30mila per quella di Ragusa, 450mila l’anno per la prima di Palermo e la seconda (di proprietà della Regione) costa novecentomila euro l’anno per manutenzione e servizi di pulizia. Il governatore Crocetta è disperato: scopre che il 96,4 dei superricchi siciliani evade le tasse, e che c’è un elenco di ottocento “nullatenenti” con Ferrari, elicottero, motoscafo. Il Bastian chiede: non è il caso di cambiare qualcosa nella legislazione che assegna alle Regioni a statuto speciale questa libertà di truffare?
Nel 2007 il presidente del Consiglio Romano Prodi, con Tommaso Padoa Schioppa ministro dell’Economia, decide di avviare la “revisione della spesa pubblica” e lo stesso problema oggi è davanti al governo Renzi perché dal 2007 la spesa pubblica primaria è salita di 107,2 miliardi di euro, qualcosa come un +18,7% in sette anni. E ora, con la Corte costituzionale che ha bocciato il blocco degli adeguamenti pensionistici decretato dal governo Monti, non si capisce come sarà possibile evitare una tremenda impennata del debito pubblico. Bene, non è colpa di Prodi, non è colpa di Monti e tantomeno di Renzi (che allora non era neppure presidente della Provincia di Firenze). Ma il Bastian si permette di dire che oggi, e non domani, tutte le forze politiche dovrebbero riflettere sul vetusto assioma secondo il quale “con il pubblico si risolvono i problemi del paese”. I fatti dicono il contrario.
Povera Italia: è inevitabilmente il ponte per entrare in Europa dall’Africa, e nel momento più critico si trova di fatto abbandonata dall’Europa, sulla ripartizione delle quote dei migranti tra i paesi Europei. L’ultima (che ricorda l’episodio della Valle d’Aosta) è della Francia: a Mentone non vogliono che i migranti entrino in Francia, anche se hanno passaporto, biglietto pagato del treno, ecc. Il Bastian si permette di dire: dopo la Rivoluzione francese ne avete fatta parecchia di retromarcia. O no?