
La presenza di McDonald’s e Coca Cola tra i maggiori sponsor dell’Expo 2015 la dice lunga sul modello di sviluppo che i governi portano avanti da tempo. Tanto che lo slogan dell’evento “Nutrire il Pianeta” appare a molti un retorico esercizio di stile. Ne sono convinti i movimenti antagonisti riuniti dietro la sigla MayDay NoExpo – e che il 1 maggio scendono in piazza per protestare -, ma anche scienziati, medici, economisti ed esperti di alimentazione. Dietro l’Expo di Milano, che apre i battenti proprio nel giorno della Festa internazionale del Lavoro, si muovono visioni e interessi commerciali globalizzati.
L’esposizione universale intende promuovere un nuovo rapporto alimentazione e ambiente, oppure nel lungo periodo si rivelerà solo un’operazione di facciata? Si vedrà. Per ora si confrontano prospettive diverse tra loro. Poco rassicuranti, però, sono le notizie dei giorni scorsi -pubblicate da Il Fatto Alimentare- sul futuro ingresso nei mercati europei di carne proveniente dagli Usa ricca di anabolizzanti, ormoni e beta agonisti. Per il momento da noi queste sostanze sono vietate. L’Europa le ha messe al bando già negli anni ‘90. E inoltre l’Iarc -l’Agenzia Onu per la ricerca contro il cancro- le ha classificate come sostanze cancerogene.
Ma il cavallo di troia è rappresentato dai negoziati per il Ttip, il trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti tra Stati Uniti ed Europa. Grazie a quell’accordo –ancora in fase di discussione- molti divieti potrebbero essere aggirati e i singoli governi potrebbero non avere la forza per contrastare, ammesso che lo vogliano, i piani commerciali delle multinazionali. Di Expo e Ttip si è parlato molto negli incontri bilaterali dei mesi scorsi tra Italia e Usa. L’amministrazione Obama, infatti, è determinata a difendere gli interessi dei propri imprenditori all’estero.
Bruxelles, come Roma, è lieta di accogliere investimenti d’oltreoceano. Ma a che prezzo? I sostenitori del No Ttip temono che gli sforzi e il duro lavoro dei piccoli allevatori e agricoltori europei andranno in fumo se il trattato fosse approvato. Il cibo italiano in particolare è considerato un’eccellenza nel mondo. E i rigidi controlli della qualità del prodotto sono una garanzia per le persone. Prerogativa che potrebbe svanire se il Ttip permetterà l’ingresso di prodotti Usa con standard qualitativi e prezzi più bassi dei nostri.
Ma nella Giornata mondiale dedicata al Lavoro ricordiamo che gli accordi commerciali difendono per lo più gli interessi di grandi corporations come McDonald’s, Coca Cola, Nestlé, Monsanto, Eni, Dupont, Pioneer, Sygenta, per citarne alcune. Tutte queste multinazionali determinano le regole di mercato e ispirano le norme sul lavoro disegnate sui propri interessi. Le aziende «che hanno distrutto i nostri terreni e prodotto cibo spazzatura saranno tutte ad Expo. Ma le multinazionali non “nutrono il Pianeta”. Lo affamano», dice l’attivista e politica indiana Vandana Shiva.
Per impedire che Expo diventi solo una passerella per i grandi attori economici della terra, bisogna riempirlo di altri contenuti, che parlano di sviluppo sostenibile e globalizzazione dei diritti per le persone e l’ambiente.
Buon 1° maggio.