
«Una Unione fondata sul pareggio di bilancio».
Più soldi a Triton e Podeidon per fare la guardia a frontiere incontrollabili e non per soccorrere. L’assurda ipotesi militare su ‘bersagli mirati’, i barconi vuoti in Libia, e le ritorsioni terroristiche ne verrebbero.
Leader europei come ‘mercanti in fiera’ a giocare al ribasso anche quando si tratta della sfera dei valori.
Vertice europeo sull’emergenza immigrazione, fotografia di quello che è oggi lo stato dell’Unione: un’istituzione dai piedi di argilla. Innanzitutto, non è passata la proposta delle quote di accoglienza (ancora lasciata su base volontaria e non oltre le 5000 unità), a riprova che l’egoismo regna supremo all’interno di un’Unione fondata – consentitemi lo sfogo – sul “pareggio di bilancio”. Inoltre, la maggior parte dei Paesi Ue insiste per non cambiare il mandato di Triton e Poseidon, chiedendo che non si trasformino in operazioni di “ricerca e salvataggio”. La loro mission, che vedrà triplicare i fondi, sarà fondamentalmente quella di controllare le frontiere, perché è forte il timore di un incremento del flusso migratorio.
Il salvataggio delle vite umane, al di là della retorica di circostanza, passa dunque in secondo piano, rispetto alla sicurezza dei confini. I leader europei hanno dimostrato, come al solito, poca lungimiranza rispetto a quelle che sono le sfide della globalizzazione, affermando l’autoreferenzialità delle loro scelte e il raccapricciante primato dei rispettivi nazionalismi, tendenzialmente lesivi rispetto alla “res publica” dei popoli.
Quello che soprattutto questi signori fanno finta di non capire è che il fenomeno migratorio è ineluttabile in una società planetaria a forte esclusione sociale. Attenzione poi, l’opzione militare non è del tutto esclusa come, stando alle loro altisonanti dichiarazioni, i leader europei vorrebbero far credere. L’Alto rappresentante Federica Mogherini, infatti, si metterà al lavoro nei prossimi giorni per studiare una “possibile operazione”. L’idea è quella di “montare” un’azione militare che preveda mosse chirurgiche, con obiettivi precisi, per distruggere i barconi prima del loro utilizzo, quindi anche sulle coste libiche.
Operazioni di questo genere – come già ribadito dalle menti pensanti – comporterebbero più rischi che opportunità, visto che il governo di Tripoli (uno dei tre presenti in Libia e non riconosciuto dall’Ue) ha già lanciato il suo altolà, facendo sapere, che “non accetterebbe mai che l’Ue bombardi presunte basi di trafficanti”. Il colmo, poi, è che queste “azioni mirate” (come le chiama il premier Renzi) ci espongono ad eventi terroristici a casa nostra, essendo peraltro state evocate in questi giorni “in pubblico” dai nostri stessi governanti, consentendo ai trafficanti di prendere le loro necessarie contromisure.
E poi, scusate, chi ci dice che affondando un bastimento dal ponte sgombro, non si uccida gente innocente ammassata nelle stive? Intendiamoci, a Bruxelles sanno bene che per qualsiasi missione militare in Libia serve una base di diritto internazionale. Dunque, la speranza è che queste farneticazioni siano solo di facciata. Insomma, se questi leader europei non si mettono in testa che devono innanzitutto e soprattutto promuovere azioni utili ad alleviare la pressione migratoria, continueremo ad essere maestri nel bieco esercizio della taccagneria. Quali azioni realizzare, allora, concretamente?
Aprendo, ad esempio, “corridoi umanitari” o estendendo la possibilità di chiedere asilo, attraverso consolati Ue nei Paesi nordafricani e distribuendo concordemente lo sforzo sulle spalle di ciascun Paese europeo in proporzione alle sue risorse. Mai come oggi, amici miei, è necessario che l’Europa sia capace di fare una scelta di Civiltà. Dimenticare che i problemi delle periferie del mondo, quelle dove si combattono guerre sanguinose in nome del “dio denaro” o imperversano regimi dittatoriali che tutelano, sempre e comunque, interessi faziosi, significa, davvero, essere ottusi.
I veri nemici da combattere sono la povertà endemica delle periferie e le ingiustizie planetarie. I trafficanti di carne umana sono certo criminali, ma non fanno altro che attingere la loro linfa vitale da un contesto geopolitico internazionale che ha urgente bisogno di redenzione. Duole doverlo scrivere, ma i leader europei sono davvero dei mercanti in fiera che sanno solo giocare al ribasso quando si tratta di salvaguardare la sacrosanta sfera dei valori.