Nigeria voto=non notizia
Sino al nuovo massacro
dei pazzi Boko Haram

Possibile cambio della guardia in Nigeria dove imperversano le bande islamiche dei Boko Haram. Il generale musulmano Muhammadu Buhari è in testa alle presidenziali nigeriane, con 12,8 milioni di voti rispetto ai 10,2 milioni del presidente uscente, il cristiano Goodluck Jonathan. Vantaggio di quasi 2,7 milioni di voti, ma margine insufficiente perchè Buhari possa cantare vittoria. Mancano ancora all’appello 10 milioni di voti, e molti provengono da Stati considerati vicini al presidente uscente. I risultati ufficiali delle elezioni presidenziali saranno resi noti solo alle 11 ora italiana.

 

Il candidato presidente musulmano

Il candidato presidente musulmano

 

Sal momento il dato ‘politico’ più significativo è un altro. I jihadisti di Boko Haram non sono riusciti a interrompere le elezioni presidenziali in Nigeria. L’ inviato delle Nazioni Unite per l’Africa occidentale festeggia. ‘La recente adesione del gruppo all’Isis, sia per motivi di pubblicità che per guadagnare il sostegno del Califfato, è però fonte di preoccupazione, poiché invia un chiaro segnale che l’agenda di Boko Haram va ben oltre la Nigeria’, ha precisato l’inviato al Consiglio di sicurezza che sta organizzando una forza regionale Ciad, Angola e Nigeria che combatta i Boko Haram.

 

La sola candidata donna

La sola candidata donna

 

Elezioni legislative e presidenziali in un clima di guerra, ma sta vincendo la voglia di democrazia. Partita a due, abbiamo visto, tra Muhammadu Buhari e l’uscente Goodluck Jonathan. Con una novità significativa, anche se non realmente in gara. Remi Sonaiya, unica candidata donna. Cristiana, dello Stato di Oyo, nel sud-ovest del Paese, professoressa in lingue, candidata del partito KOWA, un’associazione della società civile formata da professionisti, intellettuali e tecnocrati contro l’ingiustizia sociale ed economica, la corruzione e le disuguaglianze tra nord e sud del Paese.

 

Il folle capo dei Boko Haram

Il folle capo dei Boko Haram

 

Dopo la nigeriana Diezani Alison-Madueke, prima presidente donna dell’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio, l’Opec, dal novembre 2014, è Remi Sonaiya a lanciare una sfida politica al femminile. Dei 14 candidati ammessi dalla Commissione elettorale nigeriana, Sonaiya rappresenta l’alternativa ‘popolare’. Una candidata che non dispone dei finanziamenti e/o compromissioni del partito del presidente Johathan. E come scrive il quotidiano The Cable, ‘In Nigeria non vincono i candidati ordinari. È la volontà delle élite al potere e non il popolo che decide il vincitore alle urne’.

 

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