Usa-Iran sul nucleare
l’accordo che può essere
ma che troppi non vogliono

Le partite in campo

Situazione Iran e i 5 membri del Consiglio di sicurezza Onu con la Germania. In via di definizione un Accordo che prevede l’invio dell’uranio arricchito in Russia per la trasformazione in barre di combustibile per alimentare la centrale di Boushehr.

L’Iran accetta di ridurre la quantità dell’uranio arricchito al 20%, mentre il Gruppo di contatto chiede che si limiti al 5%.

L’Iran nel 2003 ha firmato l’accordo con l’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica che consente più rigide ispezioni nelle installazioni nucleari anche se il Parlamento di Teheran non lo ha ancora ratificato.

Fondamentale richiesta dell’Iran è l’abolizione di tutte le sanzioni economiche imposte nel 2006.

Per gli USA la revoca di alcune sanzioni dipende dal Presidente mentre altre dal Congresso, attualmente a maggioranza repubblicana, contrario a qualunque Accordo con l’Iran.

 

Iran's President Hassan Rouhani, center, arrives at Mehrabad airport in Tehran, Iran

Iran’s President Hassan Rouhani, center, arrives at Mehrabad airport in Tehran, Iran

 

Opposizioni all’accordo

Durante gli incontri dell’Iran con il Consiglio di sicurezza Onu con la Germania (G. 5 + 1), 47 dei 54 Senatori Repubblicani firmano una lettera indirizzata alle autorità iraniane nella quale dichiarano che eventuali impegni assunti dall’attuale Presidente non sarebbero vincolanti per il suo successore.

I conservatori iraniani sono rinforzati dalla nomina dell’Ayatollah Mohammad Yazdi, ultra-conservatore, a Capo dell’Assemblea degli Esperti che orienta la nomina della Guida Suprema.

Essi chiedono alla Guida Suprema Alì Khamenei che l’eventuale Accordo venga sancito dall’Onu per evitare che gli Usa su spinta repubblicana rifiutino la revoca totale delle sanzioni.

Contestualmente Alì Khamenei sottolinea che i colloqui con il G. 5+1 riguardano solo la questione nucleare e non riguardano la crisi siriana.

 

Israele contro tutti

Il Premier israeliano Netanyahu, riconfermato nelle elezioni del 17 marzo, invita il portavoce della Camera Usa John Boehner e un gruppo di senatori in Israele il 31 marzo, giorno della chiusura dei colloqui sul nucleare iraniano.

La posizione del premier è ampiamente sostenuta dalla maggioranza del Paese.

Durante il negoziato sul nucleare, l’emittente qatarina ‘Al Jazeera’ e il quotidiano britannico ‘Guardian’ entrano in possesso dei ‘Spycables’, documenti sulla valutazione del pericolo nucleare iraniano tra il Mossad e il Primo Ministro nel corso degli anni.

Quando Netanyahu nel 2012 mostrava all’Onu il disegno di una bomba con la miccia accesa sostenendo che l’Iran avrebbe avuto l’atomica entro un anno, il Mossad spiegava che l’Iran lavorava all’arricchimento di uranio per i reattori civili e ricerca scientifica.

 

La clamorosa menzogna del premier israeliano all'assemblea Onu

La clamorosa menzogna del premier israeliano all’assemblea Onu

 

I segreti inconfessabili

Il Mossad aggiungeva che il 5% dell’uranio arricchito e la provvista di 100 chili di uranio al 20% erano in linea con le necessità del rifornimento dei reattori. Non emergevano indicazioni tali da ipotizzare un innalzamento dei livelli di arricchimento per scopi militari.

Inoltre, gli ex Capi del Mossad Meir Dagan, dimessosi nel 2011, ed Efraim Halevy, hanno pubblicamente e in più occasioni ridimensionato la minaccia iraniana sostenuta dal Primo Ministro.

Nel maggio 2014, inoltre, il Generale Uzi Eilam, per 10 anni membro della Commissione per l’Energia Atomica Israeliana, durante un’intervista spiegò che per realizzare l’atomica l’Iran avrebbe avuto bisogno di oltre 10 anni.

 

Conseguenze geostrategiche di un accordo

Un eventuale cccordo avrebbe ripercussioni nell’intera regione mediorientale perché rafforzerebbe l’Iran e la ‘mezzaluna sciita’ formata da Iran, Iraq, Siria, Libano e formazioni palestinesi filo-sciite.

Teheran rimane, nonostante le sanzioni che stanno strangolando economicamente, il Paese di fatto vincitore sul terreno della guerra all’Islamic State of Iraq and Sham, l’ ISIS, insieme a Hezb’Allah libanese e Curdi.

L’Iran ha condiviso con gli USA le dimissioni di Nuri al-Maliki, ex Premier e primo responsabile della situazione in cui si trova l’Iraq per avere emarginato e combattuto sunniti e curdi e consentito una corruzione anche a danno delle Forze Armate, come emerso dallo scandalo del pagamento dei 50 mila militari mai esistiti.

L’Iran, come riconosciuto pubblicamente dal Segretario di Stato USA, è l’unico in grado di porre fine alla guerra in Siria.

 

Tutti i nemici dello sciismo

Tutti i nemici dell’Iran. Tutti i Paesi più vicini all’America: Israele, Consiglio di Cooperazione del Golfo, Asse sunnita, gran parte degli esponenti politici statunitensi. Alcuni recenti esempi.

Febbraio 2015, Israele con un raid aereo sul lato siriano del Golan ha ucciso 12 militari delle unità speciali di Iran ed Hezb’ Allah, fra cui due generali (uno libanese, l’altro iraniano) impegnati contro ISIS.

L’Asse sunnita agevola, paga e arma formazioni anti-siriane, molto delle quali si congiungono all’ISIS portandosi le armi ricevute.

Gli Stati Uniti dalla proclamazione della Repubblica Islamica Iraniana nel 1979: 1) hanno armato Saddam Hussein per scatenare la 1° guerra del Golfo (1980 -1988) contro Teheran; 2) hanno vietato ogni scambio commerciale con l’Iran dal 1995; 3) hanno ottenuto la risoluzione 1737 del dicembre 2006 per proibire la vendita all’Iran di materiale e tecnologia nucleare balistica.

 

Aldo Madia

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