
Alcuni tra i maggiori inquinatori del pianeta stanno scrivendo le nuove leggi europee sulle emissioni industriali di anidride carbonica. A rivelarlo è un’indagine condotta da Greenpeace. Le vecchie centrali a carbone presenti in Europa –dicono gli ambientalisti- potranno inquinare di più nel prossimo futuro, e gli standard per le emissioni saranno meno severi di quelli di Cina, Giappone e Stati Uniti. In barba alla lotta al cambiamento climatico e alla riduzione dei morti per malattie legate all’inquinamento.
La Ong internazionale ha fatto l’identikit di 352 membri del gruppo tecnico che lavora alla Industrial Emissions Directive (la direttiva europea sulle emissioni). Almeno 183 di loro risultano legati alle compagnie del settore energetico o fanno parte di gruppi di pressione istituzionale –leggi lobby-. È singolare che a fare le regole anti inquinamento siano proprio quelli che sporcano il pianeta per lavoro, facendoci pure un sacco di soldi.
La norma dovrebbe essere varata entro la fine di marzo. L’obiettivo dichiarato da Bruxelles è la riduzione delle emissioni di CO2 nell’atmosfera, che causano morti e malattie. Ma in questo modo per la salute pubblica le cose non cambieranno molto. Pochi giorni fa l’Agenzia europea per l’ambiente (Aea) ha divulgato dati poco rassicuranti sui cancri da inquinamento. Le vecchie industrie stanno uccidendo circa 400.000 persone in tutto il continente sotto gli occhi inerti e complici dei governi.
Anche l’Italia fa la sua parte, rappresentata da 6 delegati. Uno di questi –stando alle rivelazioni di Greenpeace- rappresenta gli interessi di Assoelettrica, associazione di imprese dell’energia, che rappresenta il 90% degli interessi del settore. Alcuni Stati membri hanno assicurato che i propri delegati non hanno potere negoziale, ma sono lì solo per prestare consulenze tecnico-scientifiche. Affermazioni smentite da Guardian, che dice di avere le prove che i lobbisti stanno lavorando per portare a casa norme anti inquinamento più blande.
Ora capiamo meglio perché i furbetti di Bruxelles vogliano tagliare ogni tipo di aiuto pubblico alle fonti di energia rinnovabile con la scusa che non fa bene al mercato. Ma a quale mercato danno fastidio? Il 25 febbraio scorso la Commissione Junker ha presentato le linee guida della futura Energy Union europea. Il documento attacca le rinnovabili, ma risparmia le fossili, che secondo la stima del Fondo monetario internazionale godono di oltre 1.900 miliardi di dollari di soldi pubblici ogni anno. Una cifra ben più significativa di quella data finora all’energia pulita.
Massimo Lauria