
Renzi è spacciato: adesso non ha contro soltanto la cosiddetta sinistra Pd (alla quale si è aggiunto, sorprendentemente per il Bastian contrario, anche l’alfiere della difesa della “ditta”, Pier Luigi Bersani), ma anche la nuova alleanza di estrema destra tra la Lega di Salvini e i fascisti e nazifascisti di varia origine (Casapound, Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia), oltre ovviamente al gigante del pensiero Brunetta e ai pasdaran di Forza Italia.
E’ uno schieramento composito, che probabilmente riflette antiche appartenenze e reiterate incredulità. Stupisce soprattutto quella della sinistra, o che tale si considera. Ma prima di tutto una precisazione: il Bastian contrario non difende Renzi, ma soprattutto le notizie, relative a segnali importanti. Che non dipendono dalla facondia ciarliera del segretario Pd e capo del governo, ma che vengono dall’economia. Il prodotto interno lordo (Pil) per la prima volta dopo tre anni segna un incremento modesto ma con il segno + (uno 0,1% che comunque significa: 2 miliardi in meno di interessi sul debito); lo spread –che misura la liquidità del mercato- cala, dopo 5 anni, sotto i 100 punti.
Gli economisti dicono che questo avviene grazie a vari fattori: il petrolio ai minimi, la ripresa dell’export, la tenuta dei conti pubblici, i recenti interventi della Bce sui titoli di Stato e presto quelli sui Btp. Senza contare la fine del segreto bancario in Svizzera e Liechtenstein. Come spesso accade, a Renzi scappa fuori dal vaso “dai che è la volta buona”, ma anche Mario Monti conferma che lo spread sotto i 100 punti è “una gran bella cosa”. E aggiunge che c’è ancora molto da fare perché la ripresa è ancora debole (il segno più viene dall’export, il meno dalla domanda interna).
Niente di decisivo, per carità, ma perché chiudere gli occhi di fronte ai segnali positivi che vengono dall’economia, dopo parecchi anni di stagnazione? L’autoflagellazione è una brutta malattia, ma ancora peggiore è l’atteggiamento di quella sinistra, dentro e fuori il Pd, che pensa di aver avuto comunque sempre ragione. Forse perché ha sempre perso? Una persona di buon senso come Bersani comunque, per il Bastian contrario, non è assolutamente da accostare al damerino Civati, che sta già bussando a Sel per trovare un posticino in caso di elezioni. Perché Bersani è un politico di razza, e Renzi farebbe bene a riflettere che, se Bersani va fuori le righe, è colpa sua. Di Renzi, per capirci.
Daniele Protti