BASTIAN CONTRARIO
Incubo modello Tsipras
tra la Lega e Brunetta

Ma Tsipras è davvero di sinistra? La domanda, per il Bastian contrario, è legittima. Perché ci sono cose “strane” nelle scelte del leader che ha vinto le elezioni in Grecia. Per esempio si è alleato, per formare il governo, con un piccolo partito xenofobo antisemita e antieuropeo. Sarebbe come, qui in Italia, immaginare una alleanza di Fassina-Civati-Cuperlo con la Lega di Salvini che a Roma si allea con l’estrema destra fascista e/o i pasdaran di Forza Italia alla Brunetta. Ad alcuni ministri di Tsipras poi è capitato di paragonare la Germania della Merkel a quella di Hitler, mentre il nuovo governo greco mostra un occhio di riguardo per la Russia di Putin (fu lo stesso Tsipras, in campagna elettorale, a immaginare/minacciare una alleanza della Grecia con Mosca).

 

Passioni pericolose

Passioni pericolose

 

Quella Russia che, a due passi dalla Grecia, ha trasformato Cipro in una sorta di portaerei russa, militare ed economica, nel Mediterraneo. Forse non è un caso se il partito di Syriza ha ipotizzato di porre il suo veto a nuove eventuali sanzioni europee contro il Cremlino. A meno che non pensi che Putin sia di sinistra, e non il capo del famigerato KGB sino all’ultimo giorno dell’URSS.

 

 

Ariecco il Bastian contrario a parlare del presidente della Camera, grazie a un intervento del costituzionalista Stefano Ceccanti su l’Huffington Post. Ceccanti tra le altre cose ricorda che, a proposito di decreti legge, il governo Renzi li ha usati finora meno dei governi Monti e Letta. Ma soprattutto Ceccanti descrive l’anomalia della figura del presidente della Camera, che in Italia –a differenza dalle altre democrazie parlamentari- può decidere cose che altrove spettano ai governi o alla maggioranza.

 

C'eravamo tanto amati

C’eravamo tanto amati

 

E ricorda che non a caso nel recente passato i segretari dei partiti minori della maggioranza non hanno chiesto di andare al governo, ma alla presidenza della Camera: vedi Casini, Bertinotti, Fini. “Di qui l’inevitabile politicità del ruolo…ed è difficile ripararsi dietro la mistica dell’imparzialità”, scrive Ceccanti. Come si è visto con la presidente Boldrini.

Daniele Protti

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