
L’Europa si prepara a una curiosa lotta al cambiamento climatico. Lo fa coi tagli dei sussidi pubblici alle Fonti di energia rinnovabile (Fer) e la strenua difesa delle lobby del fossile, carbone e petrolio. È quanto emerge da un dossier della Commissione Junker trapelato negli ambienti di Bruxelles e che Remocontro ha potuto visionare. Il documento verrà presentato il 25 febbraio al Consiglio europeo, segnando la nascita dell’Unione Energetica. Fatto di per sé positivo, se non fosse che la Commissione non prevede valide soluzioni per esempio al problema del costo sempre più elevato di bollette elettriche e gas, oltre ad una reale inversione di tendenza sul fronte inquinamento.
Obiettivo dichiarato dei vertici europei è la sicurezza, stabilità ed equità energetica del continente, mirati alla lotta al riscaldamento globale. Peccato che la proposta della Commissione guidata dal lussemburghese Jean-Claude Junker sia quella di cancellare ogni aiuto pubblico alle rinnovabili, promuovendo contemporaneamente un ritocchino al cosiddetto “capacity mechanism”. Ovvero continuare a sborsare soldi dei cittadini e farli finire direttamente nelle casse delle grandi centrali a combustibili fossili, che in molti casi sono inutili perché disattivate e spente da anni.
Due pesi e due misure, a seconda degli interessi in gioco. D’altra parte Junker è lo stesso che si è fatto suggerire da 300 multinazionali le politiche fiscali del Lussemburgo quando era presidente del consiglio. Le corporation hanno così potuto tranquillamente eludere le tasse. I fatti sono noti e descritti dalla stampa nell’inchiesta definita LuxLeaks.
Ma torniamo a noi. La svolta alla nascita della Union Energy, dicono gli esperti del settore, si ha a causa della crisi ucraina. L’Europa ha dunque l’immediata necessità di sottrarsi alla dipendenza dalla Russia negli approvvigionamenti di energia. Così, in caso di allargamento della guerra, il gas non mancherebbe. Ma dopo lo stop alla costruzione del South Stream – il corridoio gasiero Russia-Ucraina-Europa – la Russia ha chiuso accordi con la Turchia. Il gas di Mosca passerà sulla costa turca attraverso il gasdotto Turkish Stream, per poi finire in Europa. Ma allora il vantaggio dov’è?
Dall’Italia una critica serrata al documento della Commissione arriva dall’opposizione grillina. Il senatore Gianni Girotto attacca: «la Commissione vuole eliminare le politiche di tariffazione elettrica a protezione delle fasce più deboli della popolazione perché sono costose e inefficaci nel lungo periodo. Ma poi impone programmi di austerità la cui vittima immediata è proprio la spesa sociale». In Europa 123 milioni di cittadini non hanno accesso a tariffe elettriche eque. Mentre un europeo su quattro vive in povertà – dati della Caritas europea -.
Ma vere soluzioni contro il caro bolletta da Bruxelles non ne arrivano. Così come mancano quelle a favore dello sviluppo delle reti intelligenti e del risparmio energetico.