Francia: la portaerei De Gaulle nel Golfo Persico. Saldo di conti in sospeso?

I primi velivoli sono già decollati dalla portaerei De Gaulle per operazioni di ricognizione e raccolta di dati sulla situazione sul terreno, ma anche per alcuni bombardamenti a supporto dell’esercito iracheno. La De Gaulle, si trova nel Golfo Persico settentrionale da qualche giorno, e dovrebbe restare nell’area tra quattro e otto settimane, con a bordo 12 cacciabombardieri Rafale, nove Super Etendard e quattro elicotteri. E’ accompagnata da un ‘gruppo aeronavale’ con una fregata di difesa antiaerea, una petroliera di rifornimento, una fregata per la lotta antisommergibili e un sottomarino nucleare d’attacco.

 

Ponte di volo delle portaerei francese De Gaulle

Ponte di volo delle portaerei francese De Gaulle

 

La settimana scorsa era stata l’Italia a scendere in guerra. La dichiarazione l’aveva fatta il Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni in un’intervista a Sky in cui sollecitava la mediazione Onu. «Ma se non riusciamo bisogna porsi il problema, con le Nazioni Unite, di fare qualcosa di più. L’Italia è pronta a combattere, naturalmente nel quadro della legalità internazionale. Non possiamo accettare che a poche ore di navigazione dall’Italia ci sia una minaccia terroristica attiva». L’ultima volta che la politica italiana ha utilizzato il verbo “combattere” c’era ancora Mussolini. Ma restano solo parole.

 

Ancora la Francia ha confiscato i passaporti di sei suoi cittadini pronti a partire per la Siria: lo rivela France Tv Info. I sei francesi erano residenti ‘in provincia e nella regione di Parigi’. Secondo quanto rivela BFM-TV, secondo le nuove disposizioni antiterrorismo il sequestro vale ‘sei mesi rinnovabili’. I sei potenziali jihadisti hanno tutti un’età compresa tra i 23 e i 28 anni. Il sequestro dei documenti è stato confermato dal ministro dell’Interno, Bernard Cazeneuve. Mentre il premier, Manuel Valls, ha detto che ci saranno altre confische da parte delle forze dell’ordine, almeno una quarantina afferma.

 

Situazione analoga ma finita male in Gran Bretagna. Agenti di Scotland Yard sono in Turchia per proseguire le ricerca delle tre adolescenti britanniche partite quasi una settimana fa per unirsi ai jihadisti dell’Isis in Siria. Shamima Begum, Amira Abase e Kadiza Sultana sono arrivate a Istanbul martedì scorso. Secondo fonti dell’intelligence turca, si troverebbero già in Siria. Intanto la Turchia ha condotto un blitz in Siria, per riportare in patria il feretro di Suleyman Shah, nonno del fondatore dell’impero ottomano, e i 40 soldati turchi di guardia nell’enclave turca, ora controllata dall’Isis.

 

Dall'abitacolo di un caccia Rafale

Dall’abitacolo di un caccia Rafale

 

Purtroppo sul fronte opposto, l’Isis insiste sull’esibizione di barbarie. 21 prigionieri in gabbia, che sfilano sui pick up per strada tra la gente. E’ l’ultima follia della propaganda Isis, che ha diffuso un video in cui i prigionieri, tra loro16 Peshmerga curdi, sono fatti sfilare per le vie di Kirkuk ciascuno in una gabbia. Dalla Siria intanto, l’inviato Onu De Mistura dichiara che ‘A Damasco non si devono ripetere gli errori commessi in Libia: azzerare le istituzioni significherebbe lasciare il Paese in balia dell’Isis. Dall’Iraq all’Afghanistan, mai azzerare le istituzioni locali’. Pro memoria per Washington?

Condividi:
Altri Articoli
Remocontro