Amianto da bonificare, arrivano 135 milioni per i danni subiti

Il ministero dell’Ambiente ha stanziato i primi fondi per bonificare alcuni siti dalla presenza di amianto. Si tratta di 135 milioni di euro da distribuire nel periodo 2015-2017. Soldi che arriveranno nelle casse dei Comuni interessati, passando attraverso i bilanci delle Regioni, dalla Sicilia al Piemonte. Sette siti in tutto per cominciare: Casale Monferrato e Napoli Bagnoli saranno i primi. Poi la Fibronit di Bari, il sito Biancavilla in Sicilia, Broni in Lombardia, Emarese in Val D’Aosta e di nuovo in Piemonte per Balangero.

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Sette siti contaminati nel corso di quasi un secolo da ripulire dall’amianto, la polvere killer che uccide in silenzio. Soldi importanti, che però non bastano ad eliminare tuttala porcheria presente nel nostro Paese. Così come pure i tempi, che saranno molto lunghi. Si stima infatti che ci vorranno circa 85 anni –quasi un altro secolo- per bonificare le oltre 32 milioni di tonnellate di amianto ancora presenti in varie forme su edifici e stabilimenti sia pubblici che privati. La decontaminazione prosegue ad un ritmo di 380mila tonnellate al giorno –stime presentate alla terza Consensus Conference a Bari-.

Per ora gioiscono i sindaci delle città dove i 135 milioni verranno spesi nei prossimi due anni. L’accelerazione per il via libera ai fondi c’è stata a partire dalla discussa sentenza di Cassazione sul caso Eternit del 19 novembre 2014. I giudici hanno annullato la condanna per disastro ambientale per il magnate svizzero Stephan Schmidheiny. I familiari delle vittime avevano parlato di giustizia sbriciolata in un’aula di tribunale. «I nostri cari sono stati uccisi due volte», avevano urlato fuori dal Palazzaccio.

Ma se sul fronte della Giustizia la delusione è stata grande, la politica una volta tanto sembra aver mantenuto una promessa. Il premier Matteo Renzi aveva parlato di soldi per la bonifica coi familiari delle vittime di amianto all’indomani della sentenza Eternit, nell’autunno scorso. «Siamo pronti con i progetti che serviranno a realizzare la nuova discarica per l’amianto e a completare gli interventi sul territorio», dice il sindaco di Casale Monferrato Titti Palazzetti.

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«Siamo riusciti ad ottenere l’ok dal ministero per poter intervenire su quei manufatti inseriti in procedure fallimentari e abbiamo stimato il fabbisogno in circa 11 milioni di euro», spiega ancora il sindaco della città dove il killer silenzioso ha ucciso 1.700 persone. Ma questo rappresenta un primo step, anche se importante. La strada per la bonifica è in salita e lunga. Si contano infatti 35.521 siti ancora da ripulire. E la polvere d’amianto intanto continua ad uccidere, anche se la sostanza in Italia è stata messa al bando 23 anni fa.

 

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