Sir John Bagot Glubb, ‘Glubb pascià’ per tutto il mondo arabo, nacque in Inghilterra nel 1897. In tempo per la Grande Guerra in Francia. Negli anni Venti fu inviato in Medio Oriente. Nel 1926 lasciò il servizio di Sua Maestà britannica passando a quello del reale governo iracheno, ma la sua fama arriva dal 1939 al 1956 col comando della Legione Araba, oggi diventata il Reale Esercito Giordano.
L’immagine più famosa Glubb pascià è con la kefiah bianca e rossa dei beduini giordani o siriani, sopra però un’impeccabile uniforme dal taglio decisamente inglese. La kefiah di sir John tuttavia è unica: non è quella di Lawrence d’Arabia, né quella palestinese o nemmeno quella che indossa perfino lo Special Air Service, né la strana sciarpa globalizzata che molti incrociano sotto la giacca a vento.
Glubb non era alto di statura e portava sul mento una vistosa cicatrice della Prima Guerra mondiale che, oltre a rendergli il mento sfuggente, aveva ispirato il soprannome con cui lo chiamavano gli arabi: Abu Hanaik, ‘piccola mascella’. Negli anni tra le due guerre aveva iniziato a conoscere il Medio Oriente da quando era stato inviato in Iraq che all’epoca si trovava sotto mandato della Società delle Nazioni.
Soprattutto aveva imparato l’arabo e gli usi e costumi delle tribù nomadi vivendo in mezzo a loro: evidentemente dopo la vicenda di Lawrence si trattava ormai di un approccio sicuro e collaudato, quasi raccomandato ufficialmente dal Foreign Office a tutti gli inglesi che si fossero trovati da quelle parti.
A partire dal 1930, chiamato da re Abdullah di Giordania, trasformò il piccolo nucleo della Desert Patrol, un servizio di polizia interno al regno, e cominciò ad organizzare la ‘Al-Jahis Al-Arabi’, la Legione Araba. Dal posto di comando in pieno deserto a più di centoventi miglia da Amman e vicino al confine con l’Arabia Saudita, riuscì a fare cessare le razzie da una parte o dall’altra del confine.
Nel 1936 la Desert Patrol contava già 1200 uomini e aveva abbandonato cavalli e dromedari: operava nel deserto in piccoli nuclei di una ventina di uomini con mitragliatrici montate su autocarri. Aveva formato anche un battaglione di fanteria, un paio di squadroni di cavalleria e un’efficiente polizia in città.
Quando nel 1939 Glubb assunse il comando di tutte le forze, si trattava ormai di un reggimento ben addestrato ed equipaggiato, rinforzato da una squadriglia di sei autoblindo. Da poche centinaia i beduini divennero insomma un’efficiente reparto sul modello inglese, comandato da ufficiali britannici e per lungo tempo considerato (e temuto) come la migliore formazione militare del Medio Oriente.
Nell’estate del 1940, subito dopo la caduta della Francia con l’instaurazione del regime di Vichy in Libano e Siria e l’ingresso in guerra dell’Italia che minacciava l’Egitto dalla parte della Libia, il reparto di Glubb divenne strategico per l’Inghilterra. Il generale Wavell al Cairo, responsabile di quella parte dell’impero britannico e del canale di Suez, visitò il reparto di Glubb e autorizzò il raddoppio e rifornimenti: autocarri Ford nuovi e mitragliatrici giunsero direttamente dagli Stati Uniti.
Quasi in una premonizione dell’attualità, nel maggio del 1941, quando in Iraq un colpo di stato filo tedesco mise in pericolo lo sfruttamento delle risorse petrolifere, intervenne la Legione Araba che -sia pure rinforzata da piccole unità inglesi- penetrò in territorio iracheno incurante del fatto che gli avversari fossero quattro volte superiori.
Dopo la conquista di Baghdad, fu la volta della Siria amministrata dai collaborazionisti di Vichy. I reparti francesi -secondo fonti britanniche- furono praticamente travolti dalla Legione Araba e la resa fu siglata per curiosa coincidenza (almeno per i francesi) il 14 luglio 1941. La Gran Bretagna aveva ormai messo in sicurezza il petrolio iracheno e si era garantita il fianco destro per proteggere il canale di Suez.
Durante la pressione esercitata da Rommel sul versante libico, per un breve periodo del 1942, la Legione fu trasferita nel Sinai, ma la battaglia di El Alamein risolse il problema. La Legione comunque non fu utile solo nei combattimenti: l’esperienza nel deserto giordano e saudita fu esempio per reparti speciali inglesi, soprattutto il ‘Long Range Desert Group’. Alla fine della Seconda Guerra mondiale la Legione Araba era forte di ottomila uomini, completamente motorizzata e protetta da un forte nucleo di mezzi blindati.
Più controversa la pagina scritta dalla Legione Araba nel corso della prima guerra arabo-israeliana del 1948. Re Abdullah, come gli altri capi di stato arabi, aveva aderito alla guerra contro Israele e la Legione, diventata un reparto della consistenza di una grossa brigata, continuando a rappresentare il miglior strumento militare del Medio Oriente, vi prese parte.
Glubb, al pari della stragrande maggioranza degli ufficiali inglesi ai suoi ordini, si trovò soggetto a pressioni contrastanti e molto forti. Da una parte il governo inglese lo invitava ad abbandonare il comando per rispettare la neutralità, e dall’altra re Abdullah insisteva per un coinvolgimento sempre maggiore del reparto nel conflitto. Molti ufficiali inglesi attraversavano il Giordano di giorno, ma di notte rientrarono ai loro reparti.
Gli episodi in cui fu coinvolta la Legione furono sostanzialmente due: l’episodio del Gush Etzion (13 maggio) e la battaglia di Latrun (25 maggio-18 luglio 1948). Il primo episodio avvenne quando formalmente la Palestina di trovava ancora sotto mandato britannico e il secondo fu un duro e prolungato confronto tra le forze israeliane e la Legione Araba per il controllo di una via d’accesso a Gerusalemme.
A Gush Etzion, località nei dintorni di Hebron, un gruppo di israeliani aveva opposto tenace resistenza, tanto che solo dopo l’intervento decisivo della Legione Araba il gruppo di villaggi era caduto. Purtroppo in circostanze mai chiarite numerosi prigionieri che si erano arresi erano stati uccisi dalle forze paramilitari arabe. Le stesse forze paramilitari -nella versione di Glubb- erano state invece fermate dall’intervento della Legione.
Più complessa la battaglia di Latrun, sia per le forze impegnate, sia per i risvolti politici che implicò. La località, in territorio arabo, dominava una delle vie di accesso alla Gerusalemme ebraica che, appena proclamata l’indipendenza, si trovò di fatto circondata. I combattimenti intorno a Latrun erano iniziati ancora prima che gli inglesi cedessero il mandato sulla Palestina, ma avevano riguardato solo piccole forze o comunque irregolari.
La situazione cambiò nettamente dopo il totale ritiro inglese e l’intervento della Legione che occupò Latrun. L’esercito israeliano tento più volte di conquistare la posizione, ma senza successo. Solo dopo l’apertura di una via alternativa (chiamata la «strada di Birmania») fu possibile assicurare i collegamenti tra Gerusalemme e il mare.
All’interno della complicatissima e difficile storia delle guerre arabo-israeliane Latrun occupa però uno spazio particolare: oltre al ricordo di un’aspra vicenda di guerra, che ormai costituisce un mito nella fondazione dello stato di Israele, resta al tempo stesso un insuccesso del brillante esercito israeliano che in cinque diversi attacchi non riuscì ad avere ragione della Legione Araba.