Il commercio soprattutto
‘Ttip’ selvaggio Usa-Ue
Addio ‘Made in Italy’ e
tutela salute-ambiente

#StopTtip è la parola d’ordine usata da decine di organizzazioni civili che in questi giorni hanno invaso Bruxelles per dire no alle trattative commerciali tra Stati Uniti ed Europa. L’ottava tornata di negoziati sul Ttip si avvia alla conclusione dopo una settimana di lavori, portandosi dietro tensioni politiche e polemiche. Ad alimentarle anche il no secco di Syriza, il partito del premier greco Alexis Tsipras. «Posso assicurare che il parlamento greco non ratificherà mai quel trattato (…) è un regalo che facciamo non solo ai greci ma a tutti gli europei», ha dichiarato l’eurodeputato di Syriza Georgios Katrougkalos.

 

cavallo di Troia preteste comica 800

 

Sulle trattative in corso c’è ancora il massimo riserbo. Gli unici a conoscere i dettagli delle trattative sono i negoziatori in campo, oltre a una nutrita pletora di lobbisti mandati dalle grandi corporation a difendere i loro prodotti. Si sta giocando una partita pesante, che potrebbe rivoluzionare del tutto il sistema di governance economica occidentale. Sul tavolo ci sono le normative sull’ambiente, l’energia, il settore agroalimentare, i servizi pubblici e le politiche sul lavoro.

 

«Il Trattato è una minaccia ai diritti di cittadinanza e alle nostre filiere agroalimentari, per questo va bloccato», dicono gli esponenti della Campagna #StopTtip. Sotto accusa c’è il meccanismo della ‘Cooperazione regolatoria’, che appare come il vero Cavallo di Troia portato nel cuore delle istituzioni delle due sponde atlantiche. «Il meccanismo proposto è un pericolosissimo precedente, che rischia di indebolire ulteriormente i poteri pubblici davanti alle pretese delle lobbies economiche», spiega Marco Bersani, di Attac e tra i promotori della Campagna Stop TTIP Italia.

 

Lo scopo dei negoziatori, infatti, è abbattere ogni confine -di natura doganale e non- al commercio. E qui rientrano anche i regolamenti a tutela dell’ambiente e dei servizi pubblici. Rinunciare ai regolamenti europei e nazionali, dicono i sostenitori della Campagna Stop Ttip, significa rinunciare ad esempio alle garanzie di protezione dei singoli Stati dall’agricoltura Ogm e dei pesticidi. «Un’invasione di prodotti a basso prezzo che entreranno nel nostro Paese a tutto vantaggio delle imprese che trasformano prodotto importato a basso costo e che lo esportano, ma che daranno un colpo mortale ai nostri piccoli produttori e alla filiera italiana», avverte Monica Di Sisto di Fairwatch.

 

Il timore è che dietro la retorica per la difesa delle indicazioni geografiche, di fatto si «nasconda una pesante ristrutturazione della nostra produzione a vantaggio di pochi», insiste Di Sisto. Tanto per rimanere sull’agroalimentare, le voci che si rincorrono parlano di un aumento del 118% delle importazioni nel nostro Paese di prodotti americani. Se così fosse il ‘Made in Italy’ resterebbe solo un lontano ricordo.

 

cavallo di troia regazze

 

Il Ttip solleva dunque molti dubbi e polemiche, tanto da spingere la Commissione europea ad aprire una sorta di consultazione pubblica sulla questione. I risultati rivelano una diffusa preoccupazione. Il 97 per centro dei 150 mila partecipanti si è detta contraria ai negoziati in corso.

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