
Tocca alla cancelliera tedesca Aghela Merkel cercare di portare un po’ di buon senso: «In Ucraina serve diplomazia, non le armi». La Cancelliera si sgancia da Obama e dagli alleati Nato più servili -l’Italia?- e dichiara allarmata ma decisa, «Niente armamenti letali a Kiev». Contro l’azzardo Usa. Per maggiori informazioni guardare il sito http://ukraine.usembassy.gov/. Esemplare l’intervento di Victoria Nuland, quella del ‘Vaffa’ all’Ue: «Le forze alleate sono distribuiti su terra, mare e aria nei tre Stati baltici, Polonia, Bulgaria e Romania. E stiamo aumentando i bilanci della difesa». Pacifista.
Forse risulterà nuovo per la storia, ma i richiami al pacifismo arrivano da Berlino. Forse perché, parlando di Ucraina, una qualche memoria di antiche collaborazioni con la Germania del passato restano. Angela Merkel, parla ‘a nuora’, il premier di Singapore in visita, perché ‘suocera intenda’. La suocera accidiosa è Barack Obama, che dovrà incontrare la settimana prossima, per discutere sull’escalation in Ucraina. “La Germania non consegnerà armi letali all’Ucraina ci concentriamo a una soluzione diplomatica“, ha ribadito, contro l’ipotesi di Washington di fornire armi pesanti a Kiev.
In realtà di armi occidentali in uso Nato ne circolano già in abbondanza in Ucraina, ovviamente dalla parte governativa. Sappiamo che l’Ucraina fa gola non solo ai russi. Si parla da sempre di truppe o volontari russi nel Donbas secessionista, ma ora esce che ci sarebbero soldati Usa sul fronte opposto. Nei giorni scorsi era apparsa la notizia di un soldato, certamente non ucraino, pizzicato a combattere assieme all’esercito di Kiev. Poco dopo si è scoperto che dei paracadutisti americani raggiungeranno l’Ucraina entro la prossima primavera e che Obama vuole armare l’esercito di Kiev.
Versioni filorusse di fatti incerti? Ma gli accordi tra Usa e Ucraina si possono consultare sul sito dell’ambasciata americana in Ucraina e prevedono chiaramente aiuti concreti all’esercito di Kiev da parte dell’America. Si era partiti dai soli aiuti economici ma ora veniamo ufficialmente a sapere che l’amministrazione di Obama sta valutando se fornire all’esercito di Kiev armi pesanti. Lo scrive il New York Times citando fonti americane secondo cui il segretario di Stato Kerry e il capo di Stato maggiore Dempsey stanno valutando l’idea. Il comandante delle forze Nato in Europa ‘non esclude’.
Secondo il quotidiano Washington sta valutando di inviare a Kiev attrezzature militari per 3 miliardi di dollari, tra cui missili anti-carro e droni di sorveglianza. Il consigliere per la sicurezza nazionale, Susan Rice, finora molto riluttante, parrebbe pronta a riconsiderare la sua posizione. Kiev vorrebbe risolvere il conflitto nell’Est ‘con la forza’ ma le basteranno miliardi in armi e i battaglioni mercenari alla Azov? Dubbi in una larga fetta di mondo, oltre la Germania. Ha senso sostenere le istanze più oltranziste del nazionalismo ucraino che poi non riesce a mobilitare una popolazione non convinta?
Sul fronte opposto parlano meno ma fanno di più. Il pericolo di simile escalation lo ha denunciato il ministro degli Esteri russo Lavrov dopo un incontro a Pechino con gli omologhi cinese e indiano. Un pezzo di mondo decisamente ‘abbondante’ e non occidentale. Il capo della diplomazia di Mosca ha ribadito l’invito al dialogo rivolto a chi in Europa desidera ancora la pace per il popolo ucraino. Ma chi? Sappiamo di almeno un dissenso Nato. La cancelliera Anghela Merkel avverte che la Germania non sosterrà Kiev inviando armi all’esercito perché il conflitto non può essere risolto militarmente.
A preoccupare Washington è la piega che stanno prendendo i combattimenti nel Donbass, dove l’offensiva lanciata nei giorni scorsi dai separatisti sta mettendo in seria difficoltà le mal motivate truppe di Kiev. Inviare armi pesanti, andando oltre gli equipaggiamenti militari «non letali» finora dichiarati? Il primo a voler fornire alle truppe ucraine droni, missili anticarro e altre armi indicate come «difensive» pare sia il generale americano Philip Breedlove, capo delle forze Nato in Europa. Singolare logica. Come ‘armi offensive’ -scusate la domanda- ci resta soltanto la bomba atomica?
Vladimir Putin, che non è un angioletto ma di politica ne mastica, prova a calmare le acque: «Fine urgente alle azioni militari». Perorazioni di maniera o veri intenti? Il braccio di ferro delle sanzioni con l’Occidente sta nuocendo all’economia russa, ma non solo. Mosca, in aggiunta all’embargo sui prodotti agro-alimentari, ha deciso di vietare la partecipazione alle gare pubbliche ai produttori occidentali di macchinari del settore edilizio, dello sfruttamento di materie prime e manutenzione cittadina: una misura che rischia di danneggiare in particolare l’Italia. Mogherini-Gentiloni non pervenuti.