Brigata British Army
per la guerra sul web

La notizia è di fonte militare, seriosissima. Vero è che lo spunto ci viene da Analisi Difesa che non si occupa di scemenze. Salvo inciampi di Ministero Difesa. «La 77a brigata, basata a Hermitage, nel Berkshire, sarà composta da 1.500/2.000 soldati reclutati tra le forze regolari e i riservisti (questi ultimi secondo un articolo pubblicato dall’Independent costituiranno almeno il 42 per cento degli effettivi) a partire dalla prossima primavera. I candidati ideali i militari con capacità giornalistiche ed esperti di social media». Da farci un pensierino. Ma noi di RemoContro non siamo inglesi.

 

Soldato israeliano del settore informatico

Soldato israeliano del settore informatico

 

«La 77esima brigata viene creata per riunire capacità esistenti e in fase di sviluppo essenziali per fare fronte alle sfide del conflitto moderno. La sua istituzione segna il riconoscimento che le azioni di altri (il nemico di una volta) in un campo di battaglia moderno possono essere condizionate anche in maniera non necessariamente violenta», ha spiegato un portavoce dell’esercito britannico citato dal Guardian. La scoperta che l’acqua calda brucia. La ‘bugia di guerra’ è antica come il mondo, da Tucidide a Omero, con la guerra di conquista achea di Troia la tarocca con le corna di Menelao.

 

A ispirare la creazione della brigata FB, viene detto, è stata l’esperienza accumulata nelle operazioni di ‘Counterinsurgency’ in Afghanistan. Ma anche quanto avvenuto lo scorso anno in Ucraina, in particolare in Crimea, e dalle azioni dell’Is in Siria e in Iraq. Proviamo a capire. Imperscrutabile il ruolo del web in chiave antitalebana. Disinformazia dai covi in Pakistan? Più facile da capire l’Ucraina, con dubbio: ma non sapevate e non eravate complici nell’uso di mercenari un po’ ‘nazi’ su quelle barricate? Per l’Isis, appare evidente l’uso ‘promozionale’ della ferocia per arruolare spostato.

 

La brigata ha assunto simbolo e numerazione della brigata ‘Chindits’ guidata dal generale Orde Wingate contro i giapponesi nella Birmania occupata nella Seconda guerra mondiale, che utilizzò tattiche di penetrazione a lungo raggio per condurre attacchi e sabotaggi dietro le linee nemiche. Londra segue la strada aperta da anni da Israele. Dalla guerra contro Gaza precedente l’esercito ha unità specializzate in operazioni sui social. 2006, nel Libano degli hezbollah sotto attacco israeliano mostrai in Tv delle vietatissime bombe a frammentazione e subii una sorta di linciaggio mediatico.

 

Parte della copertina del libro 'Niente di vero sul fronte occidentale'

Parte della copertina del libro ‘Niente di vero sul fronte occidentale’

 

I Militari di Tsahal -l’esercito istraeliano- sono attivi su 30 piattaforme diverse, inclusi Twitter, Facebook, Uoutube, Instagram, in sei lingue diverse. «Questo consente di raggiungere un’audience che altrimenti non saremmo riusciti a coinvolgere», spiega un portavoce israeliano al quotidiano britannico precisando che diversi Paesi hanno preso informazioni per copiarne il modello. Nel nostro piccolo potremmo suggerire un libro ormai ‘clandestino’. «Nulla di vero sul fronte occidentale. Le bugie di guerra da Omero a Busch». Editore Rubbettino. Autore uno che ‘remacontro’.

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