Kobane liberata
Kobane cancellata
La guerra dei simboli

Le milizie del cosiddetto Stato Islamico che vorrebbero trasformarsi in vero esercito ma cedono alle antiche tentazioni di predoni e terroristi. Giorni fa quelle milizie-bande-reparti armati hanno sferrato attacchi simultanei in diverse città dell’Iraq di cui ormai controllano circa un terzo del territorio. Ora nel mirino dei combattenti jihadisti del Califfo Al Baghdadi è finita la capitale Baghdad. Un duplice attentato nelle aree a maggioranza sciita di Bab al Sharqi e Shula, con 44 morti e oltre 70 feriti. Secondo l’agenzia di stampa irachena, ci sarebbero diversi agenti di polizia e militari dell’esercito.

 

Sbarramenti di difesa a Kirkuk

Sbarramenti di difesa a Kirkuk

 

I miliziani jihadisti hanno attaccato utilizzando una tattica ben precisa, la doppia bomba, da perfetti assassini: colpire per richiamare i soccorsi, e poi il bis per il massacro. A Bab al Sharqi la prima bomba è stata fatta esplodere tra i venditori ambulanti di abiti usati. Due minuti più tardi è stato azionato un secondo ordigno che ha colpito le persone accorse sul posto per prestare aiuto ai primi feriti. Esplosioni e scontri a fuoco anche a Ramadi, nella provincia occidentale di Anbar, e a Sadr City, roccaforte sciita vicino Baghdad, dove un’autobomba ha provocato tre morti e 11 feriti.

 

Ma i combattimenti più rilevanti dal punto di vista della guerra dalla coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti in Iraq, sono quelli nell’area di Kirkuk, nel nord del Paese, Kurdistan. In piena notte miliziani armati e con cinture esplosive hanno fatto irruzione nel Kirkuk Palace Hotel. Fallito il tentativo di prendere degli ostaggi, gli jihadisti sono scontr4ati con le forse armate curde dei peshmerga. Un pesante combattimento raccontano le cronache. Tra le perdite dei curdi quella del generale Shirko Rauf. Sempre a Kirkuk, un altro attentato ha con molte vittime e distruzioni.

 

Un combattente peshmerga con un anticarro puntato

Un combattente peshmerga con un anticarro puntato

 

Ma cosa stra accadendo in realtà? Che senso hanno quei ‘colpi di mano’ jlhadisti? Una risposta a chi nelle ultime settimane aveva evidenziato le prime falle all’interno dell’organizzazione militare del Califfato dopo l’avanzata praticamente inarrestabile di questa estate. Dal Pakistan dove nel distretto meridionale di Shikarpur una bomba è esplosa all’interno di una moschea sciita uccidendo facendo un macello con più di 50 morti, sono arrivate altre rivendicazioni da parte di IS. A colpire gli sciiti pakistani è stato infatti il gruppo militante Jundallah, scisso dai telebani e neo fedele del Califfo.

 

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