
In Ucraina è riesplosa la guerra, a voler far finta che fosse mai cessata. I militari di Kiev parlano di combattimenti sono ancora in corso per il controllo di buona parte dell’aeroporto su cui, nei giorni scorsi, erano stati i separatisti di Donetsk ad alzare bandiera. Trentacinque attacchi nella notte contro le posizioni ucraine, ‘operazione di pulizia’ viene definita che secondo Kiev non viola gli accordi di Minsk perché si svolge all’interno della zona attribuita ai governativi. Kiev bombarda la città, è la versione dei separatisti, proprio quando si doveva trattare sul ritiro delle artiglierie pesanti.
Accade comunque alla vigilia del nuovo incontro di Bruxelles in cui si doveva discutere della proposta fatta da Mosca per un ritiro delle artiglierie pesanti da parte di entrambe le parti in conflitto. Dalla Repubblica popolare di Donetsk spiegano di aver respinto con successo gli assalti sull’aeroporto, e accusano il governo ucraino di aver fatto riesplodere la guerra. Nel centro della città colpito dall’artiglieria governativa un ospedale e la vicina università. A loro volta, gli ucraini denunciano l’arrivo di truppe dalla Russia, 700 soldati dicono, in aiuto alle forze separatiste.
Nelle città dell’Ucraina la gente intento vive nell’incubo della chiamata al fronte, pena il carcere. Il presidente Poroshenko ha firmato ieri la legge sulla parziale mobilitazione. Mentre a Kiev si è manifestato per la pace, alla presenza dello stesso Poroshenko. “Je suis Volnovakha”, avevano scritto in tanti, imitando Parigi riferendosi ai 12 civili rimasti uccisi la settimana scorsa nell’Est, su di un autobus colpito secondo Kiev dai separatisti, e secondo questi ultimi finito sopra una mina. Tra Mosca e Kiev le contraddizioni di sempre pur segnali di richiamo alla ripresa dei negoziati.
Ma sulla proposta di Putin di far ritirare a entrambi gli eserciti tutta l’artiglieria pesante, peserebbe il no di Poroshenko sottolineato dai bombardamenti in corso. Perplessità internazionali sull’ordine di riprendere un ‘fuoco massiccio’ sulle città dell’Est con la riunione del Consiglio per gli Affari esteri dell’Unione europea. Un tira e molla di tensioni che paiono manovrate ad arte, sempre alla vigilia di importanti decisioni internazionali sull’Ucraina. Giochi pericolosi anche per il segretario generale delle Nazioni Unite, ‘allarmato dalla escalation dei combattimenti in Ucraina orientale’.