Parigi, il terrore bis
Opposti integralismi
Flop dei Servizi segreti

Doppio assalto della polizia a Dammartin-en-Goele e a Parigi. Uccisi i tre terroristi che hanno tenuto in scacco la Francia per decine di ore: gli autori della strage di Charlie Hebdo, i fratelli Kouachi, e il killer di Parigi Amely Coulibaly. Diversi ostaggi sono stati liberati, 4 sarebbero morti. Amely Coulibaly era uscito di prigione da due mesi. Nella stessa inchiesta era stato interrogato anche Cherif Kouachi, uno dei due assalitori di Charlie Hebdo, che era stato però scagionato. C’è anche una ragazza, Hayat Boumeddiene che sarebbe fuggita. Sarebbe la fidanzata di Amedy Coulibaly.

 

pArigi Hebdo sito

 

Attacchi coordinati o vicinanze casuali di vecchi complici integralisti? In attesa di maggiori dati la sola cosa certa è il prevalere delle situazioni contingenti su qualsiasi tipo di programmazione rispetto alla sicurezza nazionale. E toccherebbe a noi giornalisti e intellettuali e politici italiani ed europei -scrive Luciano Tirinnanzi su LookOut- inquadrare correttamente quello che sta accadendo sulle strade o nei palazzi del potere e nelle comunità periferiche d’Europa, islamiche ma non solo quelle. Occorre una reazione razionale, lucida, non emotiva nell’analizzare l’attentato e pensare ai rimedi.

 

Grave e sbagliato parlate di un “11 settembre europeo”. Anche perchéun “11 settembre europeo” c’è già stato: due ve ne sono stato, in Spagna e nel Regno Unito. In quei due casi non si trattò di “foreign fighters”, ma di cittadini locali di fede musulmana, che volevano compiere una strage in nome di quell’Islam radicale che odia l’Occidente e i suoi costumi. Modello Al Qaeda. La strage alla redazione di Charlie Hebdo è la prosecuzione di tale fenomeno, con obiettivi meno universali ma sempre mirati e simbolici che i francesi hanno colpevolmente sottovalutato fino a questa mattina

 

Ci sono cose che ancora sappiamo e altre che non tornano. E da subito sul banco degli imputati finisce anche la riorganizzazione dei servizi segreti francesi. Dal 1 gennaio 2014 la sicurezza interna francese è stata riformata con un criterio che non convince molti. Prima della riforma esistevano due servizi per la sicurezza nazionale: la DST, Direction de la Surveillance du Territoire, e la DCRG, Direction Centrale des Renseignements Généraux, spesso semplificata con l’acronimo RG. Qualcosa di simile dei due nostri Servizi segreti, Aisi (sicurezza interna) e Aise (sicurezza Esterna).

 

Le due queste direzioni centrali dipendevano dal capo della polizia francese. Per adeguare i servizi agli standard europei e togliere loro quell’aura da polizia segreta che aveva l’intelligence francese -Affari Riservati detta all’italiana- è stata decisa una riorganizzazione che ha portato alla nascita della DGSI, Direzione Generale della Sicurezza Interna (Direction générale de la sécurité intérieure), sulla falsa riga della già esistente DGSE, Direzione Generale Sicurezza Esterna. Questa dipende dal ministro della difesa, mentre la nuova DGSI dipende direttamente dal ministro dell’Interno.

 

Come erano una volta i nostri Sismi e Sisde. Ma cosa vuol dire tutto questo? Due corpi tecnici molto professionali ma composti esclusivamente da poliziotti. Con la DST e la RG, si è passati oggi a un servizio di intelligence civile alle dipendenze del ministro dell’interno, fortemente politicizzato -almeno nei suoi vertici- e molto più ‘ubbidiente’ agli indirizzi governativi di quanto non fosse la vecchia Sécurité, che rispondeva soltanto al capo della polizia. La riforma dei servizi ha comportato anche una riorganizzazione di tutta la sicurezza interna, con perdita di professionalità ‘vecchia maniera’.

 

parigi sbirri  600

 

E di cose da farsi perdonare, la sicurezza francese ne ha molte. Due estremisti islamici noti alla polizia come jihadisti recidivi, iscritti sulle no-fly list dell’FBI Usa, che hanno potuto pianificare con cura un attentato annunciato dopo avere avuto l’opportunità di frequentare quell’università del terrorismo che è diventata la Siria sotto il controllo del Califfato. Gli è stato permesso di tornare in Francia senza che nessuno se ne accorgesse e di pianificare un attentato sofisticato acquisendo armi da commando, compreso un lanciarazzi. Due attentatori erano arcinoti, ed il terzo uscito di galera da due mesi.

 

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1 Commento

  • Grazie, Ennio, i tuoi pezzi portano sempre una notizia, un’idea, un’interpretazione in più, non convenzionale.

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