
La Capitale, la politica, l’etica. Giovanotti-giovanotte e il giovanilismo a perdere.
Se la moralizzazione del Paese doveva passare anche per il ricambio generazionale, siamo proprio sistemati. La vicenda di Roma, anche nei suoi aspetti più paradossali e quasi caricaturali, ha reso evidente l’inconsistenza del velleitarismo da salotto che possiede la soluzione dalla formula. I pochi risultati concreti della politica a battute, del confronto a colpi di twitt. La filosofia della novità che vince sull’esperienza, almeno sino a ieri. Oggi -anche per realtà generazionale dell’autore- siamo in molti a rivendicare il valore dell’esperienza contro l’inesperienza, del ‘verificato’ nel tempo, della selezione contro il plebiscito del bell’apparire. Con Berlusconi fu il ‘nuovismo’, la cancellazione della Prima repubblica con qualcosa di inedito e gratuitamente ‘migliore’. Memoria del ventennio berlusconiano e delle sue espressioni di forma politica più caricaturali? Erano morte le ideologie e si seppellì anche il buon gusto. Ora saremmo alla Terza repubblica, in una rincorsa perversa tra l’inconsistenza materiale del popolo del web che fa santone Beppe Grillo e lo sfrenato giovanilismo di Matteo Renzi. Col risultato di molte incapacità portate ai vertici istituzionali Stato solo per meriti generazionali.
Già la terminologia d’origine è sgraziata e rozza. Rottamare, rottamati. Gettare via cose (o persone) inutili. Inutili chi? Il ‘battutismo’ ucciderà la ‘terza Repubblica’ (troppo simile alla seconda). Ma ora andiamo a vedere come si collocano questi ‘figli della rottamazione’, esordienti nel potere ‘alto’, col vituperio di ‘Mafia Capitale’. Prendendo per buono l’atto d’accusa, ai vertici della Cupola troviamo protagonisti datati. Gianni Alemanno e il capo delle cooperative, Salvatore Buzzi, verso i sessanta. Il problema, cari amici del conflitto generazionale, è che la gran parte degli indagati assieme a un po’ di altri sotto inchiesta, sono compresi fra i 34 e i 42 anni. Ovviamente -abbiamo visto- non è la senilità a garantire maggiori virtù. Il discorso età è semplicemente scemo, da qualsiasi parte lo guardi e chiunque lo declini. Ammettere proprie stupidaggini è gesto di intelligenza, ignorarle andando oltre è soltanto arroganza. Vedremo in tempi brevi le conseguenze giudiziarie del terremoto -la questione chiave del 416 bis, associazione mafiosa o no- e soltanto dopo, a rimorchio, arriverà forse anche la politica che pare scoprire soltanto adesso che a Roma molto era inquinato e nelle mani di una lobby d’affari.
Ci sono possibilità, idee, per favorire una selezione virtuosa del personale politico a prescindere dal giovanilismo dell’apparire o dalle clientele dell’appartenere? Il Nuovo Centrodestra fa la battaglia per le preferenze nonostante i mascalzoni sparsi con quel sistema nei Consigli comunali e regionali. Ma eguali delinquenti sono usciti dalle liste bloccate. Allora? Ora sappiano che a fare la differenza non è l’età né la misura del consenso popolare. Troppi soldi in ballo (che pure non bastano ad alcuni eletti). Il finanziamento pubblico dei partiti. Un referendum per abolirlo e gli escamotage legislativi in buona fede (speriamo) per tenere in piedi quello che credevano uno strumento per sottrarre il ‘far politica’ al mercato dei soldi. Ma è stato così? Ieri gli scandali dei rimborsi regionali. Oggi la parte pulita delle cene di autofinanziamento organizzate dal Pd di Renzi. Ma è ‘Fiction mediatica’. Con una personale prevenzione nei confronti di chi è disposto a elargire 1000 euro per una cena col Premier. Salvo che non lo intenda come un investimento e ciò ci riporterebbe a ‘mafia capitale’. Del resto, prima dello scandalo, la presenza di Salvatore Buzzi, capo delle cooperative, avrebbe forse creato problemi?
Ladruncoli e ladroni, indifferentemente se scelti dai cittadini o dalle segreterie, a dirci che forse la moralità pubblica non dipende solo dalle regole ma anche dalla storia personale, dal vissuto, dal verificabile. Personalmente di certi ministri non sapevamo neppure fossero nati, e l’Italia viveva felice. Faccio il giornalista da 40 anni, sino a ieri anche ad un certo livello, eppure di loro non sapevo. Ora scopro ‘l’onorevole per caso’ uscito dal pastrocchio 5Stelle del con-genovese Grillo, e i ‘ministri per sbaglio’ che hanno accompagnato l’estate dei rotocalchi e le figuracce nel mondo. Alcune nomine gridano vendetta a Dio e prima o poi imporranno penitenza alla presunzione. Nel frattempo l’Italia tristemente affonda. L’inchiesta su Roma non solleva l’animo agli onesti ma, anzi, cancella un altro po’ di residue speranze. Da ‘rottamato’ vanitoso ritengo di poter insegnare qualcosa a qualche ministro, ma poi mi riduco a arrovellarmi su chi potrei votare alle prossime elezioni politiche. Io sono di sinistra e non lo nascondo da sempre, neppure quando dovevo lavorare e campare nel Tg1 della ‘Super Dc’ allora al potere. Oggi, dopo quanto detto sopra, cosa fare? Forse passare dall’amarezza all’incazzatura.