
La Cia ha ingannato la nazione americana e non soltanto. Questo il messaggio della commissione Intelligence del Senato americano, nel redigere il rapporto sulle torture attuate dagli 007 dopo l’11 settembre nei confronti di persone sospettate o accusate di terrorismo. L’inganno denunciato non è tanto o soltanto nelle violenza compiute, ma nell’aver raccontato che le pratiche di interrogatorio “duro” servivano per prevenire altri attacchi all’America e quindi a utili salvare le vite dei concittadini. Cosa che – dice il dossier – è falsa. Etica e valutazione giuridica tutta e solo americana.
‘Quelle inflitte sono state vere e proprie torture, nel senso più aderente del termine’, dichiara il presidente della Commissione, la senatrice democratica Dianne Feinstein per non lasciare spazio a ‘sconti’. Il documento del Senato esamina in particolare la detenzione in prigioni fuori dai confini nazionali -119 detenuti- nei confronti dei quali sono state praticate ‘tecniche di interrogatorio speciali’. Tecniche/torture messe a punto da due psicologi al servizio della Cia, due contractor che hanno svolto ‘un ruolo centrale nell’ideazione e gestione del ‘Detention and Interrogation Program’.
Si trattava di procedure che non erano state autorizzate né dal dipartimento di Giustizia, né da certi livelli dell’Agenzia (la Cia). Alcuni funzionari della Cia sollevarono la questione della legalità dei metodi di interrogatorio utilizzati, ma i vertici di intelligence li misero a tacere: ‘quel tipo di dubbi non era utile’. Il via libera al programma sotto copertura era stato dato dall’ex presidente George W. Bush nel 2002. Tra i metodi ‘di interrogatorio’ utilizzati c’era il ‘waterboarding’, l’annegamento simulato, a privazione del sonno, le percosse, l’isolamento, la reclusione entro spazi piccolissimi.
‘Il programma ha permesso di catturare importanti leader di Al Qaeda e impedire loro di compire azioni di guerra’, dice George Tenet, capo di Langley quando gli Stati Uniti subirono gli attacchi alle Torri gemelle. Ma la verità, spiega il dossier è un’altra. Le ‘misure straordinarie’ sono state di fatto inefficaci. Tra le persone sottoposte a torture una su cinque era detenuta per sbaglio, ‘errore di identità per cattive informazioni di intelligence’. Inoltre la Cia ha fornito informazioni inaccurate al dipartimento di Giustizia, ostacolando l’indagine sui metodi di interrogatori utilizzati dall’agenzia.
Una cosa comunque è certa, ovvero che al di là di quanto sia venuto alla luce dal rapporto non saranno aperti procedimenti penali in riferimento al programma di interrogatori e detenzione della Cia. A darne certezza è lo stesso dipartimento di Giustizia Usa, secondo cui nessun responsabile o ex responsabile della Cia dovrebbe essere perseguito. Una misura di garanzia questa che – a quanto sembra – l’amministrazione ha dovuto fornire nel corso del lungo braccio di ferro con i repubblicani per ottenere la pubblicazione del rapporto più scottante che riguardi l’era di George W. Bush.
Come ricorda Francesco Semprini su La Stampa, parliamo della sintesi di 500 pagine dell’intero documento di 6.700 cartelle. Cinque anni di lavori e 40 milioni di dollari per un sommario. questi anni». Una cosa comunque è certa, non saranno aperti procedimenti penali nei confronti di nessuno. A dirlo è lo stesso dipartimento di Giustizia Usa. Nessun responsabile della Cia dovrà essere perseguito. Una misura di garanzia che Obama avrebbe dovuto fornire nel lungo braccio di ferro con i repubblicani per ottenere la pubblicazione del rapporto più scottante dell’era di George W. Bush.