
L’Isis ha diffuso un nuovo messaggio audio del Califfo a smentire le voci del suo ferimento se non della sua morte. Si sente Al Bghdadi che esorta i jihadisti ad ‘portare i vulcani della jihad ad eruttare ovunque’. Nel nuovo audio attribuito ad al Baghdadi, il leader dell’Isis parlerebbe dell’obiettivo di espandere il califfato a Yemen, Egitto, Libia e Algeria. ‘I raid aerei degli Usa e degli alleati in Siria e Iraq non fermeranno le forze dello stato islamico’.
Circondato da un alone di leggenda il Califfo rischia di apparirci immortale. Chi lo racconta vivo e chi invece lo immagina morto a tutti i costi. Montature e bugie non solo da parte dei ‘cattivi’. Vivo o morto? Illeso o malconcio? Nella sarabanda dei ‘sembra’ e dei ‘si dice’, le balle volano sui jet che lo avrebbero colpito: ‘caccia statunitensi’. No, sarebbero stati i Sukhoi 25 iracheni mentre riuniva i luogotenenti a Qaim. 40 stretti collaboratori uccisi, dice Baghdad, il primo vero colpo ‘alleato’ visto che sul terreno i jihadisti trovano a combatterli solo peshmerga curdi e governativi siriano iracheni.
E per aria non tutto vola ‘alto’. In tre mesi i jet alleati hanno effettuato appena 800 incursioni aeree. Secondo i dati del Comando Centrale Usa (Centcom) la scarsità di informazioni, le tempeste di sabbia e il ritardo dell’offensiva terrestre delle forze irachene e curde stanno limitando l’efficacia dei raid aerei. Solo il 25% dei caccia decollati trova bersagli per sganciare e i jet sono pochi, non più di 5 missioni al giorno su Iraq e Siria contro le 85 effettuate sull’Afghanistan dei talebani a fine 2001, le 800 sull’ Iraq di Saddam nel 2003, e le 50 effettuate sulla Libia di Gheddafi nel 2011.
Eppure Barack Obama prima di partire per la Cina aveva parlato di una “nuova fase” della guerra che porterà a 3mila i consiglieri militari americani in Iraq. Promessa, ‘iniziare l’offensiva’. E Obama contraddice il Comando Centrale Usa sostenendo che raid ‘sono stati molto efficaci nel degradare le capacità dell’IS e rallentare la loro avanzata’. Per il generale Ray Odierno, Capo di stato maggiore dell’Us Army ed ex comandante delle operazioni in Iraq ‘i raid aerei servono per prendere tempo ma non risolveranno da soli il problema. ‘Per questo, serviranno soldati sul terreno’. Solo truppe locali?
Per ora solo truppe locali, curdi e governativi iracheni e siriani, ha spiegato. ‘Ma se non funzionerà saremo costretti a rivalutare la situazione e dovremo decidere se non vale la pena mettere altre forze sul campo, incluse forze americane’, spiega il generale. Una situazione incerta in cui il ferimento di al-Baghdadi rappresenterebbe -se confermato- un successo per gli alleati curdi e iracheni sul campo. Oltre ai 7 mila civili e 3 mila combattenti delle forze di autodifesa asserragliate sulle montagne con poco cibo, acqua e munizioni. A cui serve un’offensiva terrestre che nessuno ora è in grado di fare.