
21 paesi dell’Asia e del Pacifico tra le locomotive economiche (e non solo) del Pianeta. Il faccia a faccia più atteso era ovviamente quello tra i presidenti di Stati Uniti e Russia. I due di questi tempi non si amano molto. Sorrisi da foto di gruppo con abiti cinesi, un discorso in pubblico, ma Obama e Putin hanno avuto più di un’occasione privata per affrontare velocemente le questioni calde della politica internazionale: la crisi in Ucraina, lo stallo della situazione in Siria e la guerra allo Califfato Partite decisive per le speranze di pace aperte nel mondo, e Usa e Russia non hanno visioni comuni.
Obama e Putin non si parlavano da quest’estate. Le telefonate di luglio per l’abbattimento del volo MH17 della Malaysia Airlines, e ad agosto, le sanzioni occidentali a Mosca che avevano inasprito i rapporti già tesissimi tra i due Paesi. Difficile aspettarsi un disgelo delle relazioni dopo i fugaci scambi di opinioni di queste ore. Quella tra il Cremlino e la Casa Bianca non è d’altronde l’unica partita diplomatica in corso al vertice di Pechino. Attorno ai Paesi dell’APEC ruota il 40% della popolazione mondiale, il 44% degli scambi commerciali, e la produzione del 57% dei beni globali planetari.
La parte che conta del pianeta. A fare la parte da leoni sono i padroni di casa cinesi. Dopo due anni di tensioni, ieri Xi Jinping ha avuto un colloquio con il premier giapponese Shinzo Abe, con il quale ha discusso i punti di un accordo per mettere in sicurezza i mari del Sud della Cina che bagnano le isole contese Senkaku-Diaoyu. Ma Xi Jinping ha soprattutto rafforzato la partnership energetica con la Russia con un patto per la fornitura di gas da parte di Mosca da 400 miliardi di dollari. Oltre a un accordo di libero scambio con la Corea del Sud. La Cina non cammina, corre, e Obama guarda teso.
Soprattutto perché Russia e Cina hanno deciso di non usare più la valuta Usa nelle loro transazioni, mentre la banca russa VTB pensa di uscire dalla Borsa di Londra. Nuovo sistema di valutazione del petrolio destinato a sconvolgere i mercati mondiali. Se finora le quotazioni erano fissate in dollari, d’ora in poi i due colossi esprimeranno le loro valutazioni in un mix valutario tra rublo-yuan. Gran parte del debito estero americano è nelle mani delle banche cinesi. Risposta alla guerra finanziaria sull’Ucraina da Stati Uniti e Ue. Dollaro senza futuro (Putin), Euro non pervenuto.
L’oggetto del contendere con gli Stati Uniti riguarda l’apertura di una zona di libero scambio dell’ Asia-Pacifico, Free Trade Asia Pacific Agreement, FTAAP. Un progetto ancora in fase embrionale, col suo piano di fattibilità che deve ancora essere presentato ai Paesi dell’APEC e successivamente sottoposto al voto degli Stati membri. Rischio di collisione con il Trans-Pacific Partnership voluto da Washington, e di cui la Cina invece non fa parte. Qualcosa di più di un allarme per gli Stati Uniti. E una volta finito il vertice di Pechino le acque nel Pacifico torneranno a essere abbastanza agitate.