Caro Ayatollah,
facciamo un dispetto
al cattivo Califfo?

Il presidente Obama pare abbia inviato una lettera segreta al leader supremo dell’Iran, l’Ayatollah Khamenei. La notizia è uscita alla vigilia della riunione del Segretario di Stato Kerry con funzionari iraniani e dell’Unione Europea per ridiscutere del programma nucleare di Theran. Lo ha rivelato il Wall Street Journal che cita anche alcuni passaggi chiave della missiva che forse faceva comodo far conoscere. Obama insiste sul nucleare per tranquillizzare anche in diffidenti israeliani, ma -ecco la bomba- propone il coinvolgimento militare dell’Iran in Siria e Iraq per sconfiggere lo Stato Islamico.

 

Il leader supremo dell’Iran, l'Ayatollah Khamenei.

Il leader supremo dell’Iran, l’Ayatollah Khamenei.

 

Ora si discute se siamo di fonte all’ennesima fuga di notizie mentre la Withe Hall ha probabilmente giocato al ‘segreto’ per dare rilievo e far maneggiare con cura la notizia. Non Wikileaks o Datagate, ma più facilmente una ‘furbata’. Come è palese per la figura meschina del Navy Seal che ha -avrebbe- ucciso Osama Bin Laden. Segreto svelato o segreto montato dal 38enne Robert O’Neill che ha spiattellato ai giornali e su un libro la sua storia, con tanto di nomi dei protagonisti dell’ assalto ad Abbottabad, del maggio 2011. Eroismo e/o segreti in vendita ma solo per fare ‘mercato’.

 

Per il portavoce del Dipartimento di Stato Jen Psaki, la lettera ‘segreta’ sarebbe stata inviata il mese scorso, a inizio ottobre. Una ‘Non notizia’ montata ad arte? Ormai a Washington può accedere questo ed altro. Ma certo, a qualcuno laggiù nel profondo Medio Oriente la letterina non piacerà molto. Ad esempio Israele che non ha mai creduto alle buone intenzioni di Teheran. Ma la lettera non dev’essere piaciuta neanche a Doha e Riad. Qatar e Arabia Saudita, i due maggiori Paesi dell’Islam sunnita che hanno tutto da perdere da un rafforzamento dell’asse Washington-Teheran.

 

Il leggendario generale iraniano Ghasem Soleimani

Il leggendario generale iraniano Ghasem Soleimani

 

In realtà l’Iran è già impegnato militarmente sul campo. A Jurf al-Sakher, sulle rive dell’Eufrate, due settimane fa c’è stata una vittoria importante per l’esercito iracheno. Esaltazione delle truppe di Baghdad. Ma a combattere là in prima linea c’erano decine di uomini della Guardia Rivoluzionaria iraniana e i libanesi di Hezbollah guidati dal leggendario generale iraniano Ghasem Soleimani. Si deve a loro la presa della città e questo risultato positivo non appare tale agli occhi di Doha e Riad che temono l’avanzata sciita ma ancor più i buoni rapporti tra Stati Uniti e la Repubblica Islamica.

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