Quel mondo a metà
sempre oltre il Muro
Paura-sogni-illusioni

25 anni fa il crollo del Muro di Berlino cambiò il mondo. La riunificazione della Germania; la fine della guerra fredda; la frammentazione dell’URSS; la caduta dell’ ‘impero sovietico’. Dal 9 novembre del 1989 il mondo non fu più lo stesso; in parte migliore ma non abbastanza.

 

Venticinque anni fa, il 9 novembre del 1989, crollò il Muro di Berlino. Fu l’evento che materializzo plasticamente le fine della Seconda guerra mondiale e costituì la premessa indispensabile per la riunificazione della Germania. Rappresentò in modo materiale, visivo, nei picconi della gente che accorse a demolirlo, la fine del comunismo sovietico e assimilato, e della contrapposizione dei blocchi in cui era diviso il pianeta dopo il conflitto mondiale. Col Muro di Berlino finì ufficialmente la Guerra fredda, anche se segnali e voglie ancora permangono e a volte riaffiorano. Quando il 18 ottobre, Erich Honecker, il capo di Stato e segretario del partito comunista nella DDR, la Deutsche Demokratische Republik, si era precipitosamente dimesso, lasciando il posto a Egon Krenz, il neo Presidente del Consiglio di Stato aveva annunciato una svolta, ‘Wende’, che in realtà non aveva affatto capito: disse infatti di essere entrato in carica “per mantenere la sovranità statale della Ddr”.

 

Ma diecimila tedeschi dell’est avevano però già lasciato il Paese, per fuggire in occidente attraverso l’Ungheria, o tentando la fortuna con metodi a dir poco avventurosi. Esiste un piccolo e prezioso ‘museo della fuga’ che li racconta a Berlino, Bernawer Strasse. Altre decine di migliaia protestavano nelle piazze della città della Repubblica democratica tedesca, per chiedere pace e libertà, con lo slogan “Wir sind das Volk!”, “Noi siamo il popolo!”. Un fiume umano cui oggi viene attribuita la ‘rivoluzione pacifica’, che avrebbe portato, di lì a qualche giorno, a gridare “Wir sind ein Volk!”, “Noi siamo un popolo!”. Nonostante si fosse smantellato il Politburo della Sed, la Sozialistische Einheitspartei Deutschlands, il Partito Socialista Unificato di Germania, nessuno a Berlino aveva previsto l’epilogo. Che arrivò in una conferenza stampa in cui il regime, attraverso il ministro della Propaganda Guenter Schabowski, annunciò improvvisamente la libertà di viaggio verso l’ovest.

 

Germania: 25 anni fa il crollo del Muro di Berlino

 

Fu un giornalista italiano, il corrispondente dell’epoca dell’ANSA, Riccardo Erhman, che pose la domanda chiave, semplice, netta: da quando sarà in vigore la legge? “Da subito”, fu la risposta. Le agenzie di stampa del mondo batterono perplesse quelle parole, ma fu il popolo che inondò di fatto il confine. Quel Muro lungo 155 chilometri eretto in una notte -fra il 12 e il 13 agosto del 1961- fu cancellato dalla ‘faccia’ della città. Anche troppo. Utili più pezzi di memoria. Quello che seguì, la riunificazione tedesca, il 3 ottobre del 1990, viene considerato il capolavoro politico del cancelliere Kohl. Fra qualche giorno a scendere in piazza per una festa popolare alla Porta di Brandeburgo, saranno i nuovi tedeschi. Quelli che il muro non lo videro. I primi della classe in Europa, ostinati e dogmatici sul ‘rigore’, che infastidisce ormai molti. Sarà festa a Brandeburgo, porta simbolo ed epicentro del terremoto che travolse il cordone che impediva di vedere l’altra parte della quadriga.

 

Ho vissuto due anni a Berlino e ho conosciuto un popolo moderno, che ha fatto i conti con la sua difficile storia. E ho avuto modo di conoscere prima le due Germanie quando il Muro era molto alto. Dopo il 2000 ho abitato a est con un piede ad ovest, zona Arkona Platz, zona Bernauer Strasse. Berlino, con i suoi 3 milioni e ½ di abitanti è oggi normale ma resta straordinaria. Fascino custodito dal suo travagliato dopoguerra, proprio da quella anomalia che la tagliava in due separando famiglie ha costituito il richiamo per giovani da ogni parte del mondo. E ha tolto certezze a chi cerca sempre di trovarsele attorno e di imporle come regola collettiva. E ha reso Berlino la vera capitale d’Europa. Ma torniamo a quel novembre di 25 anni fa. Al collega giornalista che uno può soltanto invidiare perché la storia un po’ l’ha fatta. Helmut Kohl gli disse una volta ‘Noi due abbiamo fatto qualcosa per la Riunificazione’. Willy Brandt: ‘Kurze Frage, enorme Wirkung’. ‘Domanda breve, effetto enorme’.

 

berlino61 soldato

 

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