
Obama a picco. Per i democratici è il peggior scenario possibile dai tempi di Dwight Eisenhower: così il presidente americano Barack Obama in un’intervento radiofonico commenta l’attesa per i risultati delle elezioni di midterm. “Ci sono molti stati in bilico che tendono verso i repubblicani”, ammette il presidente. Dunque ‘Midterm 2014’, gli Stati Uniti bocciano Obama, i repubblicani conquistano la Camera e il Senato. Scardinata la coalizione che nel 2008 e 2012 portò il democratico alla vittoria. Presidente “anatra zoppa”, che dovrà gestire il potere esecutivo in condizione di debolezza e non sarà facile.
Gestire il potere esecutivo da una posizione di grande debolezza per Obama, mentre per il partito Democratico si tratta di ricostruire una nuova strategia elettorale se vuole tornare competitivo alle presidenziali del 2016. Le elezioni di medio termine si sono trasformate in un referendum su Obama e le sue politiche, e il risultato è stata una netta bocciatura. L’economia in ripresa non è bastata a fronte delle delusioni per le incertezze sulla riforma sanitaria, le leggi sull’immigrazione, il fallito tentativo di limitare la vendita delle armi, le crisi internazionali come quella di Isis, e persino Ebola.
Ora tutto torna in gioco, in vista delle presidenziali del 2016. La coalizione di Barack è crollata e i repubblicani hanno un percorso per tornare alla Casa Bianca. I risultati rappresentano anche una sconfitta per la macchina elettorale di Hillary Clinton, che nonostante abbia partecipato a 45 eventi non è riuscita ad avere un grande impatto. Per Obama, invece, cominciano due anni in cui sarà difficile evitare l’irrilevanza. Sarà il Grand Old Party a dettare l’agenda legislativa. Settori di possibile compromesso, gli accordi per il commercio come il trattato transatlantico con l’Europa.
Salvo campagne belliche di primavera contro il Califfato in Siria e Iraq.