
Vicende tragiche ma anche sintetiche. Fatti brevi che stimolano brevi domande: perché il Canada? Come nasce il ‘terrorista solitario’ ?
Pro memoria per aiutarci a capire.
L’appendice Usa nel Nord America
Il Canada è uno dei Paesi fondatori della NATO, sempre schierato a fianco degli USA nel Consiglio di Sicurezza ONU e dal 2001 in tutte le guerre iniziate e/o guidate dagli statunitensi, dall’ Afghanistan (ottobre 2001) all’Iraq (marzo 2003), dalla destabilizzazione riuscita in Libia (febbraio 2011) a quella interrotta in Siria (2012), dallo scontro militare Ucraina-Russia (febbraio 2014) alla Coalizione anti-Daish (luglio 2014).
Critico sulle iniziative diplomatiche della debole Autorità Nazionale Palestinese votando contro lo status di Paese Osservatore non membro all’ONU, il Canada non ha mancato di sostenere Israele nella recente guerra lanciata contro la Striscia di Gaza, quella che ha suscitato condanne da parte del segretario Generale e di Istituzioni dell’ONU, del Tribunale Russel e di migliaia di intellettuali in tutto il mondo e nella stessa Israele.
Il distratto Premier conservatore
L’attuale Premier Harper nel sollecitare all’opposizione la rapida approvazione di una nuova legislazione anti-terrorismo, non fa menzione delle accuse apparse il 20 ottobre su “The Intercept” (a cura del giornalista Glenn Greenwald) in merito al sostegno che avrebbe assicurato agli USA durante la guerra in Afghanistan nelle pratiche di “extraordinary rendition” e torture.
Accuse sostenute dall’ex detenuto di Guantanamo Omar Khadr che ha chiesto a Ottawa un risarcimento di 20 milioni di dollari.
Il Primo Ministro Harper non cita neppure un dato che viene divulgato proprio dal Presidente USA: tra i 12-15 mila giovani occidentali che hanno scelto di raggiungere Daish, circa 120 provengono dal Canada.
Il terrorista solitario
La seconda domanda individua numerosi e diversi percorsi ed esperienze.
Innanzi tutto, il combattente isolato non è un fenomeno nuovo.
Viene teorizzato nel novembre 2002 a Tora Bora, quando Osama bin Laden, prima di lasciare l’Afghanistan con un piccolo corteo di moto, raccomanda ai pochi esponenti del movimento di operare anche se da soli, senza contatti, armi, logistica, denaro.
Il “martirio” come supremo atto di guerra contro “il nemico vicino” (il proprio Paese, se l’Autorità di Governo non rispetta l’Islam) e “lontano” (gli occidentali, guidati da USA, il “Grande Satana” e Israele il “Piccolo “Satana, insomma crociati ed ebrei) deve essere portato a termine, anche a costo di recidere i pochi legami che potrebbero portare alla cattura.
In effetti, non da soli ma isolati militanti qaedisti hanno eseguito a Madrid (11 marzo 2004) e a Londra (7 e 21 luglio 005) gravi attentati contro treni e metropolitane.
Oltre l’Islam altri Lupi solitari
Fra gli attentati di diversa matrice (estrema destra armata) eseguiti da persone solitarie se ne rammenta uno per tutti, quello commesso in Norvegia (Breivik, Oslo, luglio 2011).
Il senso di emarginazione, di “non appartenenza”, gravi condizioni socio-economiche e, spesso, esperienze nel circuito carcerario, il desiderio di una vita “altra” che riscatti errori e orrori precedentemente vissuti costituiscono il fertile terreno di reclutamento per i jihadisti.
E’ la volontà, spesso, di dedicarsi a una “giusta causa”, a porre fine a gravi e perduranti ingiustizie imposte dalle potenze militarmente forti a interi Paesi e popolazioni.
L’incapacità di elaborare quello che si avverte come un lutto, una mancanza per la quale si avverte che nulla sarà come prima costituiscono spinte altrettanto grandi.
Ma questo lo lasciamo agli espetti, gli analisti del comportamento.