Ebola sottovalutata
Gli errori in Africa,
Italia impreparata

GL’infermiera spagnola Teresa Romero, colpita dall’Ebola, non mostra più presenza del virus nel sangue. Almeno una buona notizia sul fronte della lotta alla malattia nel giorno in cui l’Organizzazione mondiale della Sanità ammette errori e miopia nell’affrontare l’emergenza. Ma anche sulla presunta guarigione dell’infernira spagnola meglio esercitare la prudenza. Un test è risultato negativo. Se anche un secondo test darà risultato negativo, solo allora il caso potrà dichiararsi praticamente chiuso, ma non per questo la paziente potrà essere dichiarata guarita e dimessa.

 

Il virus Ebola, ricostruzione grafica e dettatglio

Il virus Ebola, ricostruzione grafica e dettatglio

 

Intanto, l’Oms si fa un duro esame di coscienza. Staff incompetente, nomine politiche in Africa e burocrazia. Un mix ‘fatale’ che ha impedito all’Organizzazione di cogliere la ”tempesta perfetta che stava arrivando”. E’ un documento interno all’Oms che alimenta i dubbi sulla risposta internazionale al virus dell’Ebola, che può diventare ”disastro umanitario della nostra generazione”. Una risposta non adeguata anche negli Stati Uniti, dove l’ospedale di Dallas del ‘paziente zero’ fa anch’esso mea culpa: in una lettera aperta chiede scusa, ammette carenze e si impegna ad applicare standard più rigidi.

 

Mentre il presidente americano Barack Obama si appresta a chiedere nuovi fondi al Congresso per combattere l’Ebola in Africa e i ministri degli esteri europei si riunirscono oggi in Lussemburgo. Alzare il livello della risposta contro l’epidemia che, secondo l’Oms, ha fatto già oltre 4.500 vittime. I 28 ministri faranno il punto sui mezzi disponibili e su come fronteggiare il virus. Aiuti internazionali attorno a tre Paesi “leader”: gli Stati Uniti per la Liberia, la Gran Bretagna per la Sierra Leone e la Francia per la Guinea. Poi un dispositivo coordinato di evacuazione sanitaria.

 

Anche in Italia ci si prepara per affrontare eventuali emergenze simili. Male però, a quanto dichiara Andrea Bottega, segretario nazionale del sindacato delle professioni infermieristiche Nursind, sul Corriere della Sera. «Gli infermieri italiani non sono adeguatamente preparati a fare fronte ad eventuali casi di Ebola: non hanno ricevuto una formazione specifica né rispetto alla malattia né sull’utilizzo dei dispositivi di protezione. In molti ospedali tali dispositivi mancano le tute previste e sarebbero state riprese vecchie tute contro la Sars non conformi a quelle previste per i pazienti con Ebola».

 

Protezioni adeguate anche in Italia?

Protezioni adeguate anche in Italia?

 

Eppure quello che è successo in Spagna, dove un’infermiera si è infettata proprio per non aver utilizzato adeguatamente i guanti di protezione, dovrebbe insegnare. «Diventa fondamentale che operatori e infermieri siano informati, siano fatte delle simulazioni negli ospedali proprio per addestrare gli operatori ad un corretto uso di questi dispositivi». Alcune indicazioni dal sindacato spagnolo degli infermieri fa dire oggi in Italia che la situazione descritta a Madrid non è molto diversa dalla nostra, con problemi evidenti di tutela degli operatori sanitari e per poter garantire assistenza a cure.

Tags: Ebola Italia OMS
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