‘Jihad sottovalutata’. La Cia: ‘Obama era fissato sull’Ucraina’

Da noi si chiama ‘scarica barile’. A Washington il giochino risulta pericoloso. Obama ammette che il pericolo jihad è stato sottovalutato ma scarica sulla Cia. Escono rapporti allarmanti di un anno prima. Per la Casa Bianca il Califfato non era una priorità, e la crisi strategica era in Ucraina

E così a Washington cominciano a volare gli stracci. E non si tratta certo di stracci da poco, tenendo conto che stiamo parlando degli Stati Uniti d’America, e non di una qualsiasi Repubblica delle banane.

Pochi giorni orsono Barack Obama, nel corso di una trasmissione televisiva molto seguita, ha ammesso che la politica estera USA non ha saputo affrontare per tempo – e in modo adeguato – la tremenda minaccia derivante dalla nascita del Califfato islamico di Al Baghdadi.

Fin qui nulla di nuovo. Il Presidente si è limitato a dire cose ovvie, sulle quali tutti possono concordare. Il problema però nasce dai motivi che l’inquilino della Casa Bianca ha fornito per giustificare la débacle. “Non è colpa mia – ha in sostanza sostenuto – perché non sono stato bene informato da chi aveva il dovere di farlo”.

La Cia smentisce il Presidente

Apriti cielo. Il gioco dello scaricabarile – del resto poco consono al Presidente della maggiore potenza mondiale – non è stato per niente gradito dai destinatari del messaggio, vale a dire i servizi segreti USA.

Immediata la reazione della CIA che, con toni inusuali nel contesto americano, ha immediatamente risposto facendo filtrare un comunicato anonimo ma durissimo nella sostanza. Le affermazioni di Obama sarebbero del tutto infondate, poiché pare che già nel 2013 i servizi avessero allertato l’attuale amministrazione circa il pericolo crescente posto dall’avanzata dell’ISIS in Siria e Iraq, e dalla manifesta incapacità dell’esercito iraqeno, addestrato dagli USA, di fronteggiare tale pericolo.

Prima l’Ucraina della jihad

Ma il comunicato, che è a dir poco velenoso, non si limita a questo. Vi si sostiene infatti che l’allarme non venne preso sul serio dal Presidente, che era totalmente concentrato su altri fronti di crisi. Il fronte che assorbiva per intero l’attenzione di Obama è in realtà uno solo, e la sottovalutazione della minaccia ISIS va ricondotta alla sua ossessione per l’Ucraina e alla volontà di “punire” Putin a ogni costo per la questione della Crimea e per l’appoggio agli insorti filorussi nella parte orientale di quel Paese.

Non solo. I servizi segreti USA dicono a chiare lettere che, per la Casa Bianca, il Califfato non rappresentava una priorità, essendo l’amministrazione convinta che gli Stati Uniti dovessero affrontare un problema internazionale ben più grave e difficile.

La Casa Bianca smentisce la Cia

E a questo punto si arriva alla commedia. Al portavoce di Obama, Josh Earnest, è stato allora ordinato di smentire decisamente l’illazione (sic) che il Presidente intendesse scaricare sulle spalle dei servizi il disastro verificatosi in Iraq e Siria. Il problema è che nessuno crede alla smentita, e in pratica tutti prendono invece sul serio il comunicato di matrice CIA prima menzionato.

Questa è, dunque, l’aria che si respira attualmente a Washington. E giova pure aggiungere altri fatti. Si colgono sempre più spesso segnali di disagio e inquietudine nei vertici delle forze armate statunitensi. Generali e ammiragli non riescono a capire cosa Obama abbia in mente.

E sopratutto a quale minaccioa prioritaria guardi tra Jihad e Russia-Ucraina

 

 

Tags: Jihad
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