
Le notizie si rincorrono sul fronte europeo in piena contraddizione tra loro. News economiche e politiche, quando le sanzioni diventano arma. Allarme della Bce sui conti dell’Italia e di tutta l’eurozona. ”Nel terzo trimestre la crescita dell’eurozona, secondo gli indicatori di agosto, perderà slancio e l’espansione proseguirà a un ritmo modesto”. Sulla ripresa, rileva la Bce, continua a pesare, ”un elevato tasso di disoccupazione”. Ma da oggi diventa ufficiale il nuovo pacchetto di sanzioni europee contro la Russia, anche se gli ambasciatori decideranno veramente solo a fine mese.
La questione sanzioni alla Russia sulla questione Ucraina -giusta o sbagliata che sia- è certamente un pasticcio modello burocratico di Bruxelles. “Il nuovo pacchetto di sanzioni europee contro la Russia entrerà in vigore venerdì 12”, scrive l’ANSA, cioè oggi, “ma..”. Ma cosa? Scattano o non scattano? Diplomazia infantile coi dispetti. Sei in castigo da oggi ma dietro la lavagna ci andrai a fine mese senon ti metti a fare il bravo. Ovviamente Putin, che non è una bravo bambino e neppure un simpaticone, si arrabbia e si prepara a raffreddare letteralmente molti bollenti spiriti europei.
“Oggi ci uniamo all’Unione europea nell’inasprire le sanzioni contro la Russia in risposta alle azioni illegali in Ucraina”, trova il tempo di dire Barack Obama che la guerra vera pare abbia deciso di doverla fare agli jihadisti IS in Siria e Iraq. Comunque contro la Russia, azioni di disturbo su settore finanziario, dell’energia e della difesa. Ovviamente Mosca ha già preparato misure di ritorsione sull’Ue che potrebbero riguardare l’importazione di auto e ”tutta una serie di prodotti non agricoli per i quali i nostri partner, soprattutto europei, dipendono più dalla Russia che non la Russia da loro”.
Il Cremlino, a torno o a ragione, non può incassare in silenzio. “Le sanzioni Ue rappresentano una linea assolutamente non amichevole, che contraddice gli interessi della stessa Unione Europea. La risposta di Mosca sarà commensurabile”. Ma perché la forzatura Ue mentre sta funzionando la tregua in Ucraina? Lo spiega in parte la cancelliera Merkel: sollecitare la buona volontà di Mosca a rispettare i 12 punti della tregua perché le sanzioni siano ritirate. Una sorta di sculacciata preventiva certo poco ‘montessoriana’ e soprattutto molto irritante per un Paese orgoglioso come la Russia.
”La crisi in Ucraina è stata provocata e creata dai nostri partner occidentali e ora viene usata per rianimare il blocco militare della Nato”, accusa apertamente il presidente russo Vladimir Putin in una riunione dedicata all’ammodernamento militare, come riferiscono i media russi. Nel frattempo, guarda guarda, la Polonia ha rilevato un improvviso calo del 24% delle forniture di gas attraverso il gasdotto che passa per la Bielorussia da parte di Gazprom, il colosso energetico pubblico di Mosca. Da Varsavia: “Stiamo determinando le ragioni per sapere se siano di natura tecnica o commerciale”.
E l’Italia? Dall’agenzia per la promozione all’estero delle imprese italiane. Dati 2011. La Russia è l’undicesimo mercato, 9,3 miliardi pari al 2,5 per cento delle esportazioni, ed il quinto mercato di approvvigionamento, per un valore di poco più di 18 miliardi. Principali esportazioni italiane in Russia, abbigliamento, macchinari, mobili e calzature. Importazioni, il 41,2 per cento è costituito da gas naturale, circa 7,5 miliardi nel 2011, in aumento di circa il 40 per cento sull’anno precedente. Seconda posizione, petrolio greggio, per oltre 5 miliardi. Energia, l’83 per centro delle importazioni.
Chi esporta di più dall’Italia e chi più adesso dovrà piangere? Primo posto 2011 la Lombardia, 2,6 miliardi, seguita dall’Emilia Romagna (1,7 miliardi), Veneto (1,5 miliardi), Piemonte (756 milioni), Marche (645 milioni), Toscana (495 milioni) e via scendendo. Banca dati ICE-Reprint-Politecnico di Milano, che censisce gli investimenti esteri delle imprese italiane e le imprese multinazionali russe con investimenti in Italia, registrava 486 imprese russe con partecipazioni da parte di imprese italiane con oltre 38.000 addetti e che generano un fatturato complessivo di 41,4 miliardi di euro.