La vecchia immunità
per il nuovo Senato
che non ha padri

Strano, buffo, o soltanto meschino. La vecchia e tanto discussa immunità concessa ai parlamentari e divenuta segno di privilegio torna singolarmente nella proposta per i nuovo Senato. Pessima l’idea e, peggio ancora, l’ipocrisia che ne è seguita. Qualcuno quell’immunità l’avrà pure proposta se non addirittura imposta. Eppure quel conato di privilegio, di fronte al generale levarsi di critiche, non ha più padri o madri o parenti vicini. Pessima figura e segno di grande meschinità. Non amiamo la politica interna per come in genere viene interpretata dai protagonisti e raccontata dai colleghi. Esilio giornalistico per scelta, andando a ficcanasare nel mondo. Ma qualche volta uno sguardo in casa è necessario. Soprattutto quando t’accorgi che c’è qualcosa che proprio non va. Sulla proposta di immunità si potrebbe anche discutere, visto che alla Camera c’è e resiste. Ma dà fastidio l’ipocrisia di chi, tra tanto discutere su Senato e Titolo V, ora cade dal pero; quando s’è parlato di immunità, se c’era, dormiva. Ovviamente ammetto di capire qualcosa solo di scemenze come Siria, ISIS o Boko Haram e non di M5S, che confondo la sigla di un esplosivo, tipo TNT nel modello di Alan Ford.

 

In assenza degli strumenti privilegiati di chi lavora nella grandi testate, ho fonti limitate e non vado a fare melina in Transatlantico. Leggo l’ANSA -ciò che l’agenzia concede ai comuni mortali sul suo sito- e applico esperienza e cervello. Poco, lo ammetto, e rincorro il copia-incolla di altri per cercare di sapere. Chi ha deciso di modificare la prima bozza di legge e introdurre anche per sindaci ed esponenti regionali inviati a Palazzo Madama l’immunità riservata agli onorevoli di Montecitorio? Mistero da scorpioni, col veleno in coda. Inizia la ministra per le riforme Maria Elena Boschi, che con leggerezza sgancia una mina: «E’ una proposta dei relatori vedremo che accadrà in seguito». Imputati alla sbarra il politicamente ‘pregiudicato’ Roberto Calderoli, l’autore del ‘Porcellum’ e la senatrice Anna Finocchiaro. L’ex magistrato Finocchiaro? Sì, proprio lei. Calderoli come sempre rilancia: «Se non piace l’immunità, allora togliamola anche ai deputati:come i comuni cittadini». Muoia Sansone con tutti i filistei, per salvare alla fine i filistei. Più irritata la sempre fascinosa Finocchiaro diventa bersaglio dell’opposizione 5 Stelle e Sel ma reagisce male ai colpi che ha visto arrivare da casa Pd.

 

«Cosa vogliono da me? Vogliono dire che la Finocchiaro protegge i corrotti e i delinquenti? Ma stiamo scherzando. È questo il loro giochino? Sono disgustata. Allora racconto com’è andata davvero la storia dell’immunità». Anna Finocchiaro, ex magistrato antimafia, decide di ‘pentirsi’ e di chiamare in causa altri colpevoli sul fronte della politica con una intervista a Repubblica. Sintesi: 1) La bozza del governo era ‘vuoto perdere’ e l’abbiamo riempita di contenuti noi in commissione. 2) Fior di costituzionalisti hanno avvertito che a parziali pari funzioni con la Camera non può esserci disparità: o tutti immuni o nessuno. 3) L’immunità così com’è non va bene neanche per i deputati. 4) C’era una proposta di legge che a decidere sulle autorizzazioni all’arresto e alle intercettazioni per parlamentari fosse la Corte costituzionale, ma il governo ritiene che non si debba appesantire il lavoro della Corte. 5) Il governo sapeva, ha vistato due volte gli emendamenti compreso quello sull’immunità. Conosceva il testo, sapeva tutto. Ha fatto una scelta. Il punto numero 6 lo aggiungiamo noi: se la senatrice Finocchiaro dice il vero -e tutto pare riscontrabile- i Pinocchio sono altrove.

 

Per finire una osservazione agli illustri colleghi che scrivono di politica interna e un appello al Presidente del Consiglio. Cari colleghi, ma perché un povero Cristo che vuole sapere cosa sta accadendo realmente in Italia deve leggere e scremare un mucchio di presunte notizie che registrano il dettaglio e non trovare mai la sintesi d’insieme? Vi chiedo troppo sforzo? Che vuol dire per voi fare i giornalisti? Al premier Renzi e alla ministra Boschi una perorazione, un appello: se immunità dovesse essere, spiegatecene le ragioni senza furberie o poco eleganti scaricabarile. A rimpiattino ci giocavamo da bambini. Due, perché -come rileva Anna Finocchiaro- non riprendiamo la vecchia proposta di legge e non passiamo alla Consulta il giudizio sull’eventuale arresto di un parlamentare? Tre, se mai fosse che l’immunità debba essere anche per il Senato riformato, sia chiaro che la stessa immunità vale soltanto per gli atti legati alla funzione di senatore. Ad intenderci: il sindaco che ruba o il consigliere regionale preso con la mani nel sacco vadano il galera di corsa, anche se senatori per caso. Quindi, salvo manfrina di rito tra maggioranza e opposizione per onorare il ruolo, l’accordo senza furberie. Grazie.

 

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