
Forse il più grande contratto commerciale mai firmato al mondo.
Le cifre sono da capogiro, qualcosa di inimmaginabile: patto da 456 miliardi di dollari per la fornitura di 38 miliardi di metri cubi di gas all’anno per i prossimi 30 anni. Lo scenario energetico del pianeta cambiato in un colpo. La firma alla conclusione della visita di due giorno del presidente russo Vladimir Putin a Shangai organizzata con l’obiettivo dichiarato di mettere nero su bianco un difficile e complicato accordo. Dieci anni di negoziazioni con l’ostacolo maggiore quello del prezzo, certo non facile da definire in prospettiva di un arco di tempo così vasto. Che mondo sarà nel 2048?
Con quella firma cambia di colpo tutto lo scenario energetico mondiale. A partire dalla crisi ucraina e dalla decisione dell’Unione Europea di cercare fonti alternative di energia per ridurre la propria dipendenza dalla Russia. Ora quella ricerca di fonti alternative sarà problema di Bruxelles e forse di Kiev ma non certo di Mosca. Contemporaneamente la Cina supera il problema del far fronte alla domanda crescente dei consumi interni, una necessità strategica che certo ha aiutato a creare le condizioni ideali per sbloccare la trattativa tra Gazprom e la China National Petroleum Corp.
Secondo le ultime previsioni degli analisti riportate da LookOut, il consumo di gas da parte della Cina è destinato a raddoppiare entro il 2020. Un aumento dovuto anche al tentativo di allentare l’utilizzo di carbone terribilmente inquinante creando nuove carenze di energia. Nonostante queste necessità, Pechino ha tentato comunque di tirare sul prezzo, forte anche eventualmente della possibilità di ricorrere ad altre soluzioni, come lo shale gas del Nord America (anche se non sarebbe stato affatto semplice trovare un accordo con Washington) e il progetto di esplorazione del Sichuan.
Nelle ultime settimane Mosca aveva minacciato l’Europa di stoppare l’invio di gas e lasciarla al freddo nel prossimo inverno. Uno scenario del genere avrebbe però avuto un anche un serio impatto economico sulla Russia che Putin non poteva permettersi. L’accordo con la Cina cambia tutto visto che il gas russo, adesso, ha trovato un altro enorme mercato da soddisfare. Il colpo ha un valore importante considerato che l’economia russa, fortemente dipendente dalle esportazioni energetiche, aveva subito un – 0,2% a causa della crisi in Ucraina. E a Kiev forse si tornerà a trattare.