Paure croate in Bosnia
Secessione all’Ucraina
Dimenticano il Kosovo

La dignità non è più una virtù dovremmo dire oggi manipolando Don Milani. Nei Balcani, tra gente che sa, c’è chi ora dare dell’imbecille al mondo: tutti immemori e tutti asserviti alla teoria del maggior comodo. Di minaccia secessionista in Bosnia si parla da quando gli Stati Uniti hanno deciso di cambiare le regole del gioco in corso partita concedendo alla minoranza albanese in Serbia il suo staterello etnico in Kosovo. Minaccia diretta alla integrità molto più innaturale della Bosnia denunciarono da subito gli osservatori internazionali più attenti, gli studiosi, la politica con la testa.

 

Ante Kotromanovic è stato fatto ministro della della Croazia per meriti non noti. Sappiamo che nel quinto anniversario dell’adesione alla Nato delle forze armate di Zagabria avrebbe inventato la singolare teoria geo-politica secondo cui “Dopo l’annessione della Crimea da parte della Russia bisogna evitare che anche in Bosnia Erzegovina si apra uno scenario ucraino”. La secessione del Kosovo, applaudita, diventa ‘annessione illegittima di Crimea’. Kotromanovic, Churchill balcanico, ha continuato dicendo che l’integrità di uno Stato non può essere tollerato nel ventunesimo secolo.

 

Guarda tu che sfiga per la Serbia dell’ indubbiamente ‘cattivo’ Milosevic. Churchill Kotromanovic parla del XXI° secolo. Se le bombe umanitarie Nato fossero arrivate solo un anno dopo, invece che nel 1999, nel 2000, avremmo avuto anche il prode neo ministro degli esteri croato schierato contro le posizioni Usa e Nato che imposero la sottrazione di integrità dello Stato e la perdita di sovranità sul Kosovo. Comunque, con acuta analisi, il Churchill dei Balcani (per noi) ci ha rassicurato che ‘La Croazia sosterrà che lo scenario di Crimea non deve ripetersi in particolare nella Bosnia-Erzegovina’.

 

In questa accademia da premi Nobel, ci ammonisce l’assistente croata del segretario generale Nato Kolinda Grabar Kitarovic. Leggiamo da Italintermedia, con una certa timidezza.”La Russia ha rotto molti principi del diritto internazionale, dalla Carta delle Nazioni Unite al Memorandum Budapest e dei principi di partenariato, e questo con il prossimo vertice in Galles definirà la nuova fase della Nato”. Tuttavia, ci rassicura Grabar Kitarovic, l’Alleanza “non chiude la porta né brucia i ponti e intende ricostruire la cooperazione con la Russia”. A Mostar gli erzegovesi gotoviniani se la ridono.

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